Il primo agosto i satelliti che si dedicano allo studio del Sole hanno registrato un brillamento, una improvvisa eruzione molto luminosa. Non si tratta di un fenomeno insolito per la nostra stella, eppure questa volta l’interesse suscitato è stato notevole. Mauro Messerotti dell’Inaf- Osservatorio astronomico di Trieste ci spiega il perché:
“Non è stato effettivamente un fenomeno di tipo nuovo ma ha segnato una ripresa abbastanza intensa dell’attività solare. Abbiamo sperimentato un minimo di attività molto prolungato, c’è stata una ripresa nei primi mesi del 2010, poi nuovamente un periodo di quiescenza e questo brillamento ha segnato una ripresa abbastanza importante. Sebbene non intenso in sé, ha provocato una espulsione di massa dalla corona solare che poi si è propagata in tutte le direzioni e ha raggiunto e interessato la Terra.”
Questi fenomeni quindi ci interessano da vicino, che tipo di effetti hanno sul nostro pianeta?
“C’è una serie molto nutrita di effetti poiché l’espulsione di massa dalla corona solare, quando interagisce con il campo magnetico della Terra, lo perturba. Avvengono quindi delle tempeste geomagnetiche e delle variazioni impulsive dell’intensità del campo magnetico terrestre (cosa che fa impazzire le bussole per capirci) e naturalmente anche le aurore polari che sono quelle luminescenze nel cielo notturno determinate dalla precipitazione di particelle che provengono dal Sole. Sono interessati anche i sistemi tecnologici: le particelle che provengono dal Sole possono distruggere l’elettronica dei satelliti, possono variare le caratteristiche nell’atmosfera terrestre e quindi la propagazione delle radioonde, possono determinare degli effetti a livello del suolo e indurre delle correnti elettriche molto intense negli elettrodotti provocando dei blackout elettrici come è già successo in passato anche in maniera abbastanza significativa.”
Quindi è importante tenere d’occhio questo genere di comportamenti, ma noi oggi abbiamo gli strumenti per riuscire in qualche modo a prevederli?
“Abbiamo una rete di osservatori spaziali e abbiamo anche una serie di strumenti di osservazione da terra, però la previsione è particolarmente difficile perché per molti di questi fenomeni ci sfugge ancora la fisica e quindi dobbiamo fare delle previsioni che sono di tipo statistico e questo le rende affidabili fino a un certo punto.”
TERRA CHIAMA SPIRIT
Mentre noi ci godiamo l’estate, qualcuno, su Marte, si trova nel bel mezzo di un rigido inverno. Si tratta del rover Spirit, il robot con le ruote della NASA che dallo scorso 22 marzo ha smesso di inviare segnali. Il 26 luglio i tecnici hanno dato inizio alle procedure per cercare di ristabilire le comunicazioni. A differenza degli inverni precedenti, questa volta le batterie rischiano di non garantire l’energia minima necessaria a mantenerlo, per così dire, in letargo.
Intrappolato nella sabbia dallo scorso anno, Spirit non è riuscito a raggiungere una posizione sufficientemente soleggiata alla quale esporre i propri pannelli solari e ora la sua temperatura interna tocca i -55°, quando si era sempre riusciti a mantenerla al di sopra dei -40°. Riuscirà il vecchio Spirit a raccogliere le forze per emettere un “bip” di risposta? Non ci resta che aspettare, almeno fino a marzo 2011: dopo di allora, se l’estate del pianeta rosso non riuscirà a risvegliare il rover, è poco probabile che avremo ancora sue notizie.