Anche se osservando la Luna dalla Terra ne vediamo sempre la stessa metà, ci potremmo aspettare che l’altra abbia un aspetto molto simile. Invece non è proprio così: fin da quando, grazie alle sonde, sono state effettuate le prime misure globali della forma della Luna, ci si è accorti che ci sono delle differenze. Se nella parte rivolta verso di noi predominano le zone scure, dette mari, nell’altra c’è una forte presenza di altipiani montuosi, tanto che l’intero emisfero risulta essere addirittura più spesso, rigonfio, rispetto all’altro.
Per spiegare questa asimmetria sono state proposte molte ipotesi, ma la più recente è anche la più suggestiva. Se ci fosse stata un’altra piccola luna, sulla stessa orbita della nostra, e se fra le due si fosse verificato uno scontro a velocità moderata, il risultato potrebbe essere stato molto somigliante al nostro attuale satellite. Questo particolare scontro, infatti, non avrebbe prodotto un cratere: al contrario, la luna più piccola sarebbe stata praticamente inglobata dalla più grande all’epoca in cui questa era ancora un grande oceano di magma.
Dalla parte dell’impatto si sarebbe così prodotto il rigonfiamento, dalla parte opposta sarebbero state riversate grandi quantità di quel magma che, raffreddatosi, forma gli attuali mari. Questa teoria è senz’altro plausibile, ma questo non basta a dichiararla vincente rispetto alle altre. Le prove, a favore o a torto, potrebbero arrivare grazie al lavoro della sonda Lunar Reconnaissance Orbiter.
LA GALASSIA OSCURA
Se ci fermassimo solo alle apparenze di certo una galassia come Segue 1, piccola e con poche stelle, non l’avremmo nemmeno notata. Le apparenze però ingannano perché questo piccolo sistema stellare nelle vicinanze della nostra Via Lattea si è rivelato davvero molto interessante. Ha poche stelle, si stima circa un migliaio, che impallidiscono rispetto alle centinaia di miliardi della nostra galassia, ma in compenso ha molta materia oscura. Si tratta di quella materia che c’è, perché esercita una evidente azione gravitazionale sul moto delle stelle osservabili, ma che gli strumenti non riescono a rilevare e quindi a studiare. Segue 1 ne racchiude una percentuale così elevata che è stata definita galassia oscura. Anche le sue stelle, tuttavia, sono estremamente interessanti: ben 3 delle 7 prese in esame risultano essere primordiali, formatesi quando l’Universo stesso era giovane. Anche in questo caso una bella percentuale visto che cercando nella grande Via Lattea finora ne sono state trovate solo 30. D’ora in poi per Segue 1 sarà difficile passere inosservata, anche essendo oscura.
OGGETTO IDENTIFICATO
Chissà cos’ha pensato chi per primo ha visto una strana sfera metallica affiorare dalle acque del lago Nacogdoches, in Texas. Le autorità locali non hanno esitato a chiamare la NASA e la NASA ha prontamente chiesto l’invio di fotografie dell’oggetto. E se qualcuno a questo punto si era già lasciato suggestionare da ipotesi fantascientifiche, deve ritornare con i piedi per terra perché il misterioso oggetto è di fabbricazione umana, un triste reperto di uno dei più tragici momenti della storia degli shuttle. Si tratta di uno dei serbatoi di alluminio che si trovava a bordo dello Shuttle Columbia la cui distruzione nella fase di rientro, il primo febbraio 2003, provocò la morte dei 7 membri dell’equipaggio. Il contenitore sferico rinvenuto in Texas giaceva nel lago da allora e solo ora è emerso, in seguito all’abbassamento delle acque. La NASA ha già iniziato le operazioni di recupero: il pezzo andrà ad aggiungersi agli altri oltre 84.000 frammenti del Columbia recuperati finora.