Un motore a reazione nucleare potrebbe cambiare il futuro delle missioni spaziali. Non sarà una vera rivoluzione ma un importante passo in avanti per l’esplorazione delle regioni più lontane del nostro sistema Solare. Testato nei laboratori della NASA di Los Alamos, il motore si basa su un sistema a fissione nucleare. Va detto che l’energia prodotta per ora non è molta. Il prototipo produce 24 watt di potenza, contro i 700 watt richiesti dalle sonde. E’ però un risultato incoraggiante, che potrà essere migliorato nei prossimi test. Realizzare un motore come questo permetterebbe alle sonde di non dipendere più dai pannelli a energia solare. Quando ci si allontana dal Sole, in particolare superata l’orbita di Marte, i pannelli solari non riescono più a raccogliere energia sufficiente per le variazioni di rotta. E’ quindi necessario ricorrere ad altri sistemi. Il motore a fissione è una delle soluzioni sotto studio. Se nei prossimi anni riuscirà a raggiungere i livelli di potenza richiesti, potrebbe diventare il motore del futuro.
TUTTI PER TOUTATIS
È passato, ma è un visitatore ricorrente: torna dalle nostre parti ogni 4 anni e quindi ne sentiremo ancora parlare. Si tratta dell’asteroide Toutatis, un grosso pezzo di roccia, lungo circa 4 Km e mezzo, che il 12 dicembre scorso ha raggiunto la sua minima distanza dal nostro pianeta. Le sue dimensioni non sono certo quelle di un sassolino: per la Terra un eventuale impatto con un oggetto simile avrebbe conseguenze catastrofiche. Non a caso Toutais è noto come uno dei più grandi asteroidi potenzialmente pericolosi ed è tenuto sotto stretta osservazione. Ci rassicura il fatto che nel momento in cui è venuto a trovarsi più vicino a noi, il 12 dicembre appunto, si trovava a una distanza di circa 7 milioni di Km, circa 18 volte quella che ci separa dalla Luna, una cifra alquanto rassicurante. Nessun timore quindi, ma tanta curiosità che ha spinto molti appassionati del cielo a osservare questo passaggio con telescopi amatoriali. Gli astronomi hanno colto l’occasione per calcolare con maggior precisione l’orbita dell’oggetto in vista dei futuri passaggi che, in ogni caso, non saranno motivo di preoccupazione. Nelle prossime centinaia di anni, Toutatis sarà un visitatore innocuo e i nuovi dati permetteranno di fare previsioni ancora più accurate su un periodo di tempo ancora più lungo.
UN FIUME NILO PICCOLO E NERO
Foce a delta o a estuario? A questa classica domanda da interrogazione di geografia si potrebbe rispondere anche guardando l’immagine di un fiume che non si trova nei libri di testo. L’immagine è stata ottenuta dalla sonda Cassini e il fiume si trova sulla superficie di Titano, la più grande fra le lune di Saturno. Ma a differenza dei fiumi terrestri, qui, per circa 400 Km, scorrono idrocarburi liquidi: etano e metano. Vediamo un fiume scuro in una immagine ad alta risoluzione come non se ne sono mai ottenute prima: mai, prima d’ora, era stato possibile vedere un sistema fluviale così esteso su una superficie che non è quella della Terra. L’immagine, ottenuta con la tecnica radar, è stata realizzata lo scorso 26 settembre: il fiume è molto più corto del nostro Nilo, ma in qualche modo ce lo ricorda.
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