Domenica scorsa Padova ha vissuto un pomeriggio all’insegna delle stelle. Mentre nell’aula Magna dell’Università 200 astronomi provenienti da 45 Paesi diversi dichiaravano chiuso l’ Anno Internazionale dell’Astronomia, nella grande piazza di Prato della Valle oltre 1000 persone hanno potuto osservare Giove ed i suoi satelliti, così come fece Galileo nel gennaio del 1610.
Oltre 20 i telescopi amatoriali di varie dimensioni montati dagli astrofili padovani, con la presenza di astronomi professionisti dell’INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica. Noi eravamo tra il pubblico e abbiamo raccolto le emozioni suscitate dall’evento.
TRE SOSPETTI FANNO UNA PROVA
Dapprima c’era un meteorite marziano che sembrava nascondere tracce di elementari forme di vita. Era un sospetto. Poi i meteoriti con queste caratteristiche sono diventati due, e il sospetto è diventato un indizio. Ma da quando le stesse tracce sono state trovate anche in un altro meteorite, l’indizio potrebbe diventare una prova. Avevamo parlato qualche tempo fa di uno di questi souvenir precipitati sulla Terra. E’ stato trovato in Antartide a metà degli anni ’80 e la sua composizione ne ha rivelato provenienza: è un pezzo di roccia sbalzato via dal pianeta Marte nel momento in cui, a sua volta, sarebbe stato colpito da un altro meteorite. Analizzandolo sono state trovate sostanze chimiche che potrebbero essere il prodotto di una passata attività biologica, anche se ci sono altre ipotesi.
Ora, le analisi fatte su altri due meteoriti, sempre di provenienza marziana, mostrano che sono presenti le stesse tracce. Sono tutti fossili del sistema solare, risalenti all’epoca in cui Marte era più caldo e umido e aveva un’atmosfera più spessa. Era lo stesso periodo in cui le prime semplici forme di vita cominciavano ad apparire sulla Terra. Nel corso del 2010, grazie a strumenti di ultima generazione, le analisi su questi tre diversi oggetti, permetteranno di stabilire una volta per tutte se su Marte ci sia stata vita. In caso di risposta positiva, le implicazioni saranno notevoli e influenzeranno anche i piani per il futuro dell’esplorazione spaziale.