Altro che 2014: per il James Webb i costi aumentano sempre di più e la data di lancio sarà rimandata. Ora per la messa in orbita di questo telescopio, considerato il successore del vecchio telescopio Hubble, si parla del 2015. Ma solo a patto di trovare un altro miliardo e mezzo di dollari. Altrimenti la partenza potrebbe slittare di molti anni.
Trovare il denaro in tempi di crisi non è però scontato. Per questo la Nasa potrebbe cercarlo in casa propria, togliendolo ad altri progetti. Una decisione che per Debra Elmegreen, presidentessa della Società Astronomica Americana, rischierebbe di mettere in ginocchio una larga parte dell’astrofisica.
Tutti però concordano che il James Webb non può e non deve essere abbandonato. Una volta in funzione, il suo specchio di sei metri e mezzo di diametro potrà osservare galassie lontane che nessun altro strumento ha ancora individuato, dando nuovo impulso alla ricerca.Così da una parte la Nasa si ritrova a dover racimolare il denaro mancante in breve tempo, dall’altra deve rispondere a chi vuole sapere perché questa missione sia già arrivata a costare sei volte il suo prezzo iniziale.
MISSIONE COMPIUTA
Alla fine la sonda Hayabusa ce l’ha fatta: è riuscita a far arrivare a terra alcuni campioni dell’asteroide Itokawa, obiettivo della sua missione iniziata nel 2003. Il rientro in atmosfera della capsula con i preziosi frammenti è avvenuto il 13 Giugno scorso e il recupero è stato fatto il giorno successivo. Da allora il lavoro si è svolto in una speciale stanza sterilizzata dove tecnici ed esperti hanno esaminato l’interno della capsula per tutti questi mesi. La conferma che la maggior parte dei piccoli frammenti analizzati sono davvero campioni dell’asteroide Itokawa è arrivata nei giorni scorsi. Bisognava infatti fare una cernita, distinguere i campioni di origine spaziale dagli altrettanto microscopici frammenti di alluminio provenienti dalla capsula stessa, prodotti inevitabilmente durante la fase di apertura. Fra imprevisti, malfunzionamenti e perdite di carburante, l’avventura di Hayabusa è stata sfortunata fin dal suo inizio e c’era una buona probabilità che la sonda non fosse nemmeno riuscita a raccogliere i campioni di asteroide con il rischio che la capsula tornata a terra non fosse altro che una scatola vuota. Sembrava essere diventata una missione impossibile, ma alla fine, è proprio andato tutto per il meglio.
ANTIMATERIA IN TRAPPOLA
E’ una quantità irrisoria, 38 atomi appena, ma finalmente l’impresa è riuscita: presso il CERN di Ginevra, nel corso dell’esperimento ALPHA, è stato possibile intrappolare l’antimateria. L’antimateria si contrappone alla materia che conosciamo perché alcune proprietà chiave delle sue particelle si presentano invertite. Se materia e antimateria si incontrano, nessuna delle due “sopravvive”: particella e antiparticella si annichilano producendo energia. E’ da questo punto che nascono molti dei grandi interrogativi che riguardano antimateria e astrofisica. Visto che si suppone che in seguito al Big Bang, la quantità di materia fosse pari a quella di antimateria, ci si chiede perché non si siano vicendevolmente annullate, perché invece la presenza di materia sembri dominare su quella dell’antimateria. Grazie all’esperimento condotto al CERN, per la prima volta è stato possibile imbrigliare atomi di anti-idrogeno per un intervallo di tempo breve ma sufficiente, in futuro, ad effettuare dei test fondamentali sulle caratteristiche dell’antimateria. Ci si attende quindi di arrivare a risultati che rispondano anche alle domande sul ruolo astrofisica dell’antimateria.