Sulla Luna c’è ghiaccio d’acqua in quantità ragguardevoli. E’ la conclusione delle analisi dei dati ottenuti dalla sonda Lunar Crater Observation: poche settimane fa, preceduta da un componente del razzo di lancio, si era andata a schiantare dentro un cratere lunare in cerca del ghiaccio. Un impatto voluto, come già aveva fatto la sonda giapponese Kaguya. Ma stavolta nessun risultato contraddittorio: il ghiaccio d’acqua c’è, nascosto all’ombra del cratere, a pochi centimetri di profondità.
Ma quanto peso dare a questa conferma?Lo chiediamo a Tommaso Maccacaro, Presidente dell’INAF –Istituto Nazionale di Astrofisica:
“Scientificamente è un risultato estremamente interessante che avrà delle implicazioni sui nostri modelli di formazione della Luna e dei satelliti. Bisognerà capire meglio quanta acqua c’è, però da qui a dire che è utilizzabile ne passa molta di strada. Eviterei sensazionalismi del tipo: scoperta la riserva d’acqua sulla Luna così come si dice scoperta la cura per il cancro, il gene dell’intelligenza ecc…”
Abbiamo accennato alla possibilità, per ora lontana, di utilizzare questo ghiaccio per ricavare acqua liquida direttamente sul posto, rendendo meno complessa la realizzazione di una futura base lunare permanente. Ma tra la Stazione Spaziale ancora non completata e gli shuttle che stanno per andare in pensione, quanto conviene investire sulla base lunare?
“Andare sulla Luna può essere interessante da diversi punti di vista ma in questo momento comporta delle difficoltà più di carattere sociale ed economico che tecnologico: ad esempio la Stazione Spaziale doveva essere completata parecchio tempo fa e abbiamo visto in che condizioni siamo. Ci sono quindi delle questioni che non si possono dimenticare: mi viene in mente, pensando alla riunione della FAO che si è tenuta nei giorni scorsi, al problema di dar da mangiare alle persone di questo pianeta prima di mandarle sulla Luna.”
Dal punto di vista della ricerca pura, studiare l’Universo dalla Luna può avere qualche vantaggio?
“Andare sulla Luna ha pochissimi vantaggi e altissimi costi. Se si va sulla faccia nascosta della Luna si scherma completamente la Terra e quindi tutto il rumore elettromagnetico che il nostro pianeta produce. Però non mi vengono in mente molte altre cose che è meglio fare dalla Luna che fare dallo spazio.”
’ATMOSFERA PERDUTA
C’era una volta, circa quattro miliardi di anni fa, un pianeta tiepido e umido con fiumi e mari, avvolto da una spessa atmosfera. C’era una volta Marte che, secondo alcuni scienziati, in passato era molto più simile alla Terra di quanto non lo sia oggi e potrebbe avere ospitato forme di vita elementari come i microbi. Avrebbe potuto diventare il nostro vicino di casa abitato e invece non è andata così. Per cercare di capire perché il pianeta abbia perso gran parte della propria atmosfera diventando un deserto rosso, la NASA spedirà una sonda ad indagare. Si chiama MAVEN e, una volta in orbita intorno a Marte lo studierà con attenzione proprio da questo punto di vista. Al momento esistono varie possibili spiegazioni: c’è l’ipotesi che sia stato il vento solare a “soffiare” via l’atmosfera oppure che l’anidride carbonica sia stata assorbita dal suolo. Tuttavia non ci sono certezze, ci penserà MAVEN a fare luce sull’atmosfera perduta.
ALTRO CHE SPIRITO LIBERO!
In questi giorni i tecnici della NASA proveranno a fare uscire il rover americano Spirit dalla trappola di sabbia in cui si è bloccato mentre esplorava la superficie di Marte. Il 23 aprile scorso, quando è entrato nel cratere di 8 metri pieno di sabbia, una delle sue sei ruote era già fuori uso e le prime manovre per tentare di uscire hanno peggiorato la situazione. Spirit è sprofondato ulteriormente e da allora le operazioni sono state sospese per preparare le strategie di fuga. Alla NASA hanno addirittura ricostruito la situazione posizionando in un box pieno di sabbia un rover identico a Spirit per forma e dimensioni. Le probabilità di riuscire a liberare il robot con le ruote non sembrano molto alte e tuttavia la NASA non dispera. Anche se Spirit rimanesse definitivamente bloccato, potrebbe continuare a produrre dati preziosi: la trappola di sabbia è molto interessante dal punto di vista geologico. Come a dire, se proprio bisogna restare intrappolati, meglio qui che altrove!