Un buco nero da record che si trova dove non era previsto. L’esistenza è stata dedotta studiando NGC 1277, una piccola galassia lontana 200 milioni di anni luce. Le sue stelle ruotano attorno al centro galattico a una velocità che aumenta sempre di più man mano che ci si avvicina al centro. Questo significa che lì in mezzo c’è qualcosa con una massa enorme. Calcoli alla mano quel qualcosa deve essere un buco nero con una massa 17 miliardi di volte quella del Sole. La conclusione è stata una sorpresa. Buchi neri così massivi si formano al centro di galassie molto grandi, almeno un centinaio di volte più grandi rispetto alla piccola NGC 1277. Il che comporta delle inevitabili domande. Si è formata prima la galassia e solo dopo il buco nero? Oppure si è formato prima il buco nero attorno al quale si è poi accumulata la materia che ha dato origine alla galassia? La risposta verrà solo individuando altri casi analoghi a questo. Ci sono già altre cinque piccole galassie sotto studio nel cui centro potrebbero nascondersi giganteschi buchi neri.
SE IL GIGANTE NON C’È…
…le comete abbondano. È a questa considerazione che portano le recenti osservazioni del telescopio spaziale Herschel, dell’ESA, sensibile alla radiazione infrarossa. Il telescopio ha preso in esame due stelle, GJ 581 e 61 Vir, e ha osservato ciò che le circonda. In entrambi i casi ci sono pianeti e una quantità considerevole di oggetti di ghiaccio e roccia distribuiti in una grande fascia circolare, simile a quella che nel Sistema solare si trova al di là di Nettuno e che chiamiamo fascia di Kuiper. Nei due casi osservati però, questa regione ad anello è molto più densamente popolata della nostra. A questa abbondanza, tuttavia, si contrappone la mancanza di pianeti gassosi giganti, come Giove e Saturno. L’ipotesi è che sia stata la loro assenza a consentire alla fascia di non disperdersi, di mantenere il numero di oggetti che la popola circa 10 volte maggiore rispetto al corrispettivo presente nel Sistema solare. Dato che la maggior parte di questi oggetti sono nuclei cometari, fatti perlopiù di ghiaccio, la loro abbondanza alza le probabilità che possano spostarsi su orbite più eccentriche e che colpiscano i pianeti interni. Questi, quindi, verrebbero riforniti di acqua e, qualora si trovino alla giusta distanza dalla propria stella, avrebbero maggiori possibilità di essere mondi favorevoli alla presenza di vita. Uno dei quattro pianeti intorno a GJ 581, si trova proprio nella fascia di abitabilità. Che gli impatti cometari lo abbiano reso ospitale?
ANCORA SULLA LUNA?
Anche se nel 2010 con un laconico “ci siamo già stati”, il presidente Obama aveva escluso la possibilità di una nuova missione umana sulla Luna, ancora non è detta l’ultima parola. Sembra che alla NASA l’idea di una missione umana per esplorare il lato nascosto della Luna interessi ancora, anche in prospettiva di perfezionare la tecnologia da impiegare successivamente per mete più ambiziose come Marte. Missione umana sì, ma niente più impronte sulla Luna: secondo le indiscrezioni infatti i progetti prevedono “cervelli in orbita e ruote in superficie”. In altre parole, l’equipaggio umano alloggerebbe in una sorta di stazione orbitante a 60’000 km sopra la superficie lunare, dalla parte non rivolta verso la Terra. Da lì piloterebbe in tempo reale i movimenti di rover sulla superficie. Se questa prospettiva non sembra molto entusiasmante, a portare davvero, di nuovo, l’uomo sulla Luna potrebbero pensarci le agenzie private che vedono nel nostro satellite una prospettiva commerciale molto allettante.
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