Ci sono due regioni a forma di ciambella che avvolgono la Terra, si chiamano fasce di van Allen e sono ricche di elettroni, altre particelle cariche e correnti elettriche che possono danneggiare i satelliti artificiali. La regola da seguire, quindi, è: stare alla larga dalle fasce di van Allen. Il 30 agosto però, con il lancio di due nuove sonde, la NASA ha deliberatamente violato questo divieto.Si chiamano Radiation Belt Storm Probes, sono pesantemente rivestite di materiale protettivo, e hanno 2 anni di tempo per scoprire cosa renda le temute fasce tanto pericolose e imprevedibili. In presenza di una tempesta solare, ad esempio, esibiscono i comportamenti più disparati: a volte si riempiono dei cosiddetti elettroni killer, a volte invece ne vengono svuotate, altre ancora sembra non succeda proprio nulla. Difficile, in questo modo, formulare teorie, anche solo comprendere la natura di queste regioni. Buon lavoro alle coraggiose sonda NASA quindi!
I CAPRICCI DI DAWN E JUNO
Dopo il piccolo intoppo dei giorni scorsi, la sonda DAWN della NASA, ha ripreso il suo viaggio: svincolatasi dal tenue campo gravitazionale di Vesta, il 4 settembre ha dato il suo addio al grande asteroide dopo avergli orbitato intorno per oltre un anno. L’anomalia che aveva richiesto alcune verifiche,riguardava la componentistica di uno dei sistemi di puntamento di precisione, sottoposta ad una anomala frizione. I sistemi di puntamento resteranno spenti fino a quando DAWN non raggiungerà la sua prossima tappa, il pianeta nano Cerere, nel 2015, ma verranno sottoposti a periodici controlli. Per una sonda che si rimette in carreggiata ce n’è un’altra che deve posticipare una delicata manovra: si tratta di Juno, decollata nel 2011 alla volta di Giove. Il 4 settembre Juno avrebbe dovuto riaccendere i motori e posizionarsi in modo tale da poter sfruttare la Terra come catapulta gravitazionale il prossimo anno. Ma i tecnici hanno sospeso l’operazione perchè all’interno del sistema di propulsione è stata rilevata una pressione più alta del dovuto. Dopo i controlli necessari, i motori verranno accesi il 14 settembre: questo ritardo non avrà ripercussioni sulla durata della missione. Juno arriverù puntuale all’appuntamento con Giove, a luglio 2016.