Di pianeti extrasolari ne conosciamo a centinaia, ma quasi tutti si trovano in condizioni così estreme da rendere difficile il loro studio. Ecco perché le ultime scoperte su Corot 9-b sono state una gradita sorpresa: il pianeta, un gigante gassoso, gira attorno alla sua stella seguendo un’orbita circolare e la sua temperatura superficiale registra variazioni minime.
Questa mancanza di eccessi, unita alla sua composizione chimica, per lo più idrogeno ed elio, rende Corot 9-b simile ai pianeti giganti gassosi del nostro sistema solare. Sentiamo Mauro Barbieri, tra i ricercatori italiani impegnati nello studio:
“Il pianeta è molto importante perché non subisce effetti di riscaldamento considerevoli da parte della propria stella. Questo lo rende dal punto di vista delle dimensioni, somigliante a quelli che sono i pianeti giganti del nostro sistema solare. Gli altri pianeti extrasolari in transito a corto periodo, subiscono questi effetti di riscaldamento e questo crea problemi a chi li studia perché sono molto più gonfiati rispetto ai pianeti del nostro sistema.”
Corot9-b non subisce quindi effetti di gonfiamento e sarà molto più facile da studiare rispetto agli altri pianeti extrasolari. Ricordiamo che stiamo pur sempre parlando di un gigante gassoso: non è il posto migliore dove andare a cercare la vita.
“Questo pianeta non può ospitare forme di vita come noi le intendiamo perchè è un gigante tutto gas, quindi non c’è una superficie solida. Tuttavia se questo pianeta ha dei satelliti, che potrebbero essere grandi anche come la Terra, questi potrebbero essere nelle condizioni di ospitare la vita. Per ora noi stiamo solo speculando sulla possibile esistenza di questi satelliti, saranno le osservazioni future a dirci se ci sono o meno.”
NETTUNO: LADRO E INGORDO
Un gruppo di scienziati accusa il pianeta Nettuno di un fatto increscioso. Questo gigante di gas, in un lontano passato, potrebbe avere letteralmente inghiottito un pianeta roccioso ed essersi appropriato della sua luna, quella che oggi chiamiamo Tritone. Un primo indizio a favore di questa ipotesi è che Tritone percorre la propria orbita al rovescio, nel senso che mente Nettuno gira su di sé stesso in una direzione, Tritone gli ruota attorno nel verso opposto. E’ un fatto insolito che porta a pensare che questo satellite non si sia formato intorno a Nettuno, ma che sia stato catturato in un secondo momento. Altro indizio è che Nettuno irradia una certa quantità di calore, molto modesta ma più di quanto non faccia il suo cugino Urano che è simile per massa e composizione. Questo calore potrebbe essere il residuo dell’energia generata dall’impatto con un pianeta paragonabile alla Terra, che Nettuno avrebbe poi inglobato, facendolo scomparire. Questo scenario sembra fantasioso ma è in accordo con altre teorie che provano a ricostruire il passato del Sistema solare e in particolare quello dei pianeti giganti gassosi.
DUE LUNE PER UN ANELLO
Dallo scontro di due delle tante lune del pianeta Giove, si sarebbe formato un nuovo, tenue anello. Non è chiaro se questa striscia di rocce frantumate circondi per intero tutto il pianeta chiudendosi su sé stessa, o se sia soltanto una scia. In ogni caso si tratta di qualcosa che si è formato di recente, perché nel 2003 la sonda Galileo non aveva osservato nulla di simile. In compenso si sono perse le tracce di una piccola luna, scoperta nel 2000. La luna scomparsa potrebbe essersi scontrata contro Imalia, un’altra luna di 170 km di diametro, sbriciolandosi e andando formare questa scia, o presunto anello, osservato dalla sonda New Horizons. Nulla sparisce senza lasciare traccia, nemmeno nello spazio.