Italia avanti tutta. Quanto meno nel campo tecnologico, grazie ad aziende quali la Media Lario, specializzata nella realizzazione di componenti ottici ad alta precisione. Proprio la Media Lario, dopo aver sviluppato componenti per il telescopio spaziale XMM-Newton sta ora contribuendo alla costruzione di due altri telescopi: ALMA in Cile e LMT in Messico.
Entrambi i telescopi richiedono una precisione estrema.Ad esempio nel caso del radiotelescopio ALMA, i pannelli che costituiscono le antenne devono avere una forma precisa,con una deviazione massima rispetto alla forma ideale di soli pochi micron. E’un valore microscopico, inferiore allo spessore di un capello, che però non spaventa la Media Lario, in grado di vincere la sfida grazie alla sua esperienza.
Analoga precisione è richiesta anche dall’altro radiotelescopio, LMT, costituito da un’antenna a disco del diametro di 50 metri. E come anticipato in passato, la tecnologia italiana sviluppata per i telescopi ha già trovato ulteriori applicazioni anche al di fuori del campo astrofisico: ad esempio nella produzione di nuovi microchip più piccoli e più efficienti, che aumentano le prestazioni di computer e apparecchiature senza farne crescere il costo.
TUTTO IL SOLE DI STEREO
Domenica 6 febbraio, dopo oltre 4 anni di viaggio, due sonde gemelle della NASA hanno segnato un momento storico. Per la prima volta da quando l’uomo osserva il Sole, sarà possibile osservarlo simultaneamente per intero grazie allo speciale posizionamento di questi due strumenti orbitanti. Le due sonde STEREO, questo il nome della missione, hanno infatti raggiunto posizioni opposte rispetto al Sole, in modo che ciascuna riesca a vedere quello che non vede l’altra. Noi che osserviamo il Sole da terra, dobbiamo aspettare circa 27 giorni per osservare tutto, aspettare cioè che completi un’intera rotazione su sé stesso: quindi, in un dato momento, non sappiamo cosa sta succedendo dalla parte opposta. D’ora in poi, invece, grazie alle immagini di STEREO, il Sole non ci nasconderà più nulla: potremo seguire ininterrottamente fenomeni energetici come i brillamenti e migliorare notevolmente le nostre previsioni sulla possibilità che una tempesta solare colpisca o meno il nostro pianeta. Nel sito web della missione viene mostrata la sfera solare così come risulta dall’assemblaggio delle due immagini complementari: si nota ancora un sottilissimo spicchio nero. Si tratta della piccola porzione non ancora coperta dalle osservazioni: scomparirà del tutto nei prossimi giorni.
UN ITALIANO SU MARTE
Lunedì 14 febbraio l’equipaggio della missione Mars500 ha un appuntamento importante: niente di romantico, nonostante la ricorrenza, ma sicuramente emozionante. Fra i componenti della squadra, che conta in tutto sei uomini provenienti da Europa, Russia e Cina, c’è anche l’italiano Diego Urbina, e sarà proprio lui uno dei primi del gruppo a calpestare il suolo di Marte. In realtà, l’intero equipaggio non ha mai lasciato la Terra: la missione Mars500 è la simulazione di un vero viaggio, andata e ritorno, sul pianeta rosso. Lo sbarco, in un ambiente che riproduce quello marziano, avviene finalmente dopo 250 giorni di viaggio. Hanno viaggiato, pur restando fermi, gli uomini di Mars500, restando chiusi in un modulo ermetico e senza finestre costruito imitando gli ambienti di una navicella spaziale, lavorando con gli stessi ritmi degli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Le operazioni di discesa e sbarco seguiranno le stesse procedure che si prevedono in realtà e costituiscono senz’altro un atteso diversivo prima di riprendere il lungo viaggio di ritorno, che si concluderà a novembre di quest’anno. Obiettivo di Mars500 è studiare tutte le problematiche e le difficoltà che un’impresa come un viaggio su Marte può comportare per il fisico e la psiche umana.