Dopo un periodo di calma durato più del previsto, il Sole sta entrando nella nuova fase di massima attività. Sono però rimasti i dubbi sul perché di questo ritardo che, va detto, non è stato né il primo né l’ultimo. Una prima risposta giunge ora da un gruppo di ricercatori che ha individuato la causa in flussi di particelle cariche che circolano come fiumi attraverso il gas della nostra stella.
I flussi di particelle vanno dall’equatore sino ai poli e viceversa, impiegando circa 11 anni, proprio il tempo durante il quale il Sole conosce periodi di calma alternati a periodi di maggiore turbolenza. C’è quindi una stretta dipendenza tra i flussi di particelle e l’attività solare. Tenendo conto di questa relazione, i ricercatori hanno simulato al computer il comportamento del Sole nell’arco di duemila anni: è risultato che a causa di complicate interazioni con il campo magnetico, i flussi cambiano velocità. Nel caso dell’ultimo ciclo, dopo una iniziale accelerazione il flusso ha rallentato nella parte finale del suo percorso, ritardando così la conclusione del periodo di minimo.
Purtroppo il modello elaborato non è ancora completo e non ci permette di prevedere le prossime variazioni di velocità del flusso di particelle. Non possiamo quindi stabilire se i prossimi cicli saranno più brevi, più lunghi o in linea con il tempo medio di 11 anni. In compenso siamo certi che il periodo di minima attività del Sole è terminato: con buona pace di chi prevedeva un suo prolungamento fino al 2016, provocando una nuova piccola era glaciale sul nostro pianeta. Accadde nel XVII secolo, non accadrà per questo decennio.
19 ASTEROIDI IN UNA NOTTE
Quella del 29 gennaio scorso è stata una notte di caccia grossa per il telescopio Pan-STARRS PS1, che si trova alle Hawaii: tante ore di osservazioni continuate hanno portato alla scoperta di ben 19 asteroidi. Appartengono tutti alla categoria dei Near Earth Objects, ovvero oggetti vicini alla Terra, le cui orbite si spingono nelle vicinanze del nostro pianeta. Appaiono al telescopio come dei puntini luminosi ed è possibile distinguerli dalle stelle sullo sfondo quando, confrontando immagini successive, ci si accorge del loro spostamento. Questi nostri vicini, appena conosciuti, non rappresentano motivo di forti preoccupazioni prima di tutto perché non sono troppo ingombranti: misurano al massimo qualche centinaio di metri. In secondo luogo, anche se per sei di questi asteroidi è stata calcolata una probabilità non nulla di impatto con la Terra, si parla comunque di percentuali molto basse e quindi non allarmanti. La scoperta evidenzia comunque la necessità di effettuare questi monitoraggi perché dell’esistenza dei vicini, che siano innocui o molesti, è sempre meglio essere a conoscenza.
CIELO SOTTO CONTROLLO
Cosa arriva dal cielo? Schegge di asteroidi, di comete o pezzi di spazzatura spaziale? Ogni giorno una enorme quantità di frammenti rocciosi o metallici si tuffano nella nostra atmosfera: alcuni si disintegrano, altri si consumano quasi del tutto prima di toccare terra o sprofondare negli oceani. Molto spesso capita di vedere le loro luminosissime scie in cielo e chiedersi cosa mai le abbia provocate. Per rispondere a questa domanda, la NASA sta attivando una rete di telecamere intelligenti che osserveranno tutto ciò che attraversa i cieli degli Stati Uniti. Per il momento la copertura totale ancora non c’è, ma il sistema funziona. Le telecamere osservano una stessa meteora da diverse angolazioni e un software specifico raccoglie i dati e calcola automaticamente le traiettorie. I ricercatori che seguono il progetto non devono fare altro che alzarsi la mattina e leggere il rapporto che arriva via mail. Gli avvistamenti in cielo potranno così trovare conferme o smentite.