Qual è il cratere più vecchio della Terra? Domanda difficile, visto che buona parte dei crateri sono spariti per l’erosione dei venti, delle piogge, per la crescita della vegetazione o per i normali movimenti del suolo. Ora un gruppo di ricerca è riuscito a risalire alle dimensioni e al periodo di formazione di un cratere situato in Groenlandia. E sono venuti fuori numeri record. Il cratere non è visibile in superficie, per questo è stato necessario utilizzare le osservazioni dei satelliti e studiare le rocce presenti in quell’area. Secondo i risultati il cratere risale a tre miliardi di anni fa, il che lo rende il più vecchio tra quelli finora conosciuti sulla Terra. Inoltre all’origine il cratere era esteso 500 chilometri e profondo almeno 25. Questo significa che il corpo roccioso che lo prodotto colpendo la Terra doveva essere molto grande, con un diametro di ben 30 chilometri. Impatti come questo avevano effetti devastanti, provocando estinzioni di massa. Per nostra fortuna sono finiti i tempi in cui la Terra era bombardata da oggetti così grandi.
CONTO ALLA ROVESCIA PER CURIOSITY
C’è chi parte per le vacanze e c’è chi sta per raggiungere Marte. Si tratta di Curiosity, il rover della NASA il cui arrivo sul pianeta rosso è previsto per il 6 agosto. Grande come una Mini Cooper, questo robot con le ruote è destinato a esplorare la superficie di Marte a patto però che non ci siano intoppi durante le delicatissime operazioni di atterraggio. Nelle ultime fasi la discesa sarà rallentata da un paracadute e, successivamente, da un sistema di razzi frenanti. Curiosity, 900 kg di tecnologia, scenderà dal cielo marziano diretto in un punto preciso della superficie, un’area ellittica di 7 Km per 20, nel Gale Crater. Il 6 agosto, quindi, ci sarà da stare con il fiato sospeso: ci si augura sia la data di inizio di una missione della durata prevista di due anni, e che il rover, con tutta la sua curiosità e gli strumenti per soddisfarla, si appoggi sulla superficie senza subire danni. Solo da quel momento ci si potrà guardare intorno e dare inizio a un altro viaggio: l’obiettivo è iniziare a risalire il fianco del Monte Sharp, alto 5500 metri. Per farlo sono anche già state identificate alcune possibili traiettorie. Non resta dunque che aspettare la fatidica data e atterrare sani e salvi.