“E’ come se un cane si fosse trasformato in gatto durante la passeggiata”. Così i fisici hanno commentato l’esperimento che ha dimostrato come i neutrini possano cambiare al volo le loro caratteristiche. Un fenomeno previsto da 40 anni che solo oggi ha trovato una possibile conferma, con conseguenze fondamentali sulle nostre conoscenze.
I neutrini sono molto difficili da studiare perché interagiscono pochissimo con la materia: basti pensare che ogni giorno veniamo attraversati da miliardi di queste particelle, ma solo uno all’anno interagisce con il nostro corpo, senza alcuna conseguenza. Nel caso dell’esperimento, dal Cern di Ginevra sono stati sparati miliardi di neutrini di tipo muonico verso i laboratori italiani del Gran Sasso. Qui tra tutti quelli catturati, ne è stato trovato uno di tipo tau.
Questo significa che il neutrino durante la sua corsa ha cambiato caratteristiche, passando dalla famiglia muonica a quella tau. Un cambiamento possibile solo per particelle dotate di massa. Proprio quest’ultima conclusione, quando sarà confermata da nuovi esperimenti, è la più importante: anzitutto perché smentirebbe la teoria attuale, per la quale non dovrebbero avere massa. Inoltre, poiché i neutrini riempono l’Universo, avremmo la conferma che proprio loro, con la loro massa, costituiscono la materia oscura.
IL TELESCOPIO VOLANTE
Il 26 maggio scorso un telescopio di 2 metri e mezzo di diametro è salito a bordo di un aereo. Può sembrare una cosa insolita e lo è ancor di più se pensiamo che lo strumento ha guardato fuori dal suo speciale finestrino, come farebbe un passeggero. Il progetto SOFIA, Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy , consiste proprio in questo: osservare l’universo durante un volo aereo, con un telescopio montato all’interno di un boeing 747SP. Non è una stravaganza né il tentativo di battere qualche record: da un lato si tratta di osservare ciò che i telescopi da terra non riescono a vedere, dall’altro non si ruba tempo agli strumenti in orbita. Il telescopio volante osserva l’universo agli infrarossi: non potrebbe farlo rimanendo al suolo dato che il vapore acqueo contenuto nell’atmosfera blocca questo tipo di radiazione. A una quota di oltre 10 km le cose cambiano perché il 99% del vapor d’acqua rimane al di sotto, in pratica si supera l’ostacolo sorvolandolo. SOFIA oggi è realtà ma la sua storia, che dura da almeno 10 anni, ha conosciuto momenti di forte incertezza. L’idea di un aereo con un’apertura nella fusoliera che permetta a un telescopio e fare osservazioni mentre si vola, ha più volte causato ripensamenti al momento di stanziare i fondi. Ma il progetto è decollato e le prime immagini di prova sono un successo. Stando ai programmi, SOFIA arriverà a fare 150 voli all’anno entro il 2014.
URANIA RINGRAZIA
Il “nostro” Istituto Nazionale di Astrofisica, INAF, manterrà la propria autonomia e non verrà accorpato al Consiglio Nazionale delle Ricerche, CNR, come invece prevedeva la prima versione della manovra correttiva del Governo. E’ un sospiro di sollievo anche se parziale: l’INAF, come altri istituti di ricerca, non verrà soppresso ma i tagli ai fondi di cui sarà oggetto sono senz’altro molto significativi. Noi della redazione di Urania ringraziamo tutti coloro che nei giorni scorsi hanno dimostrato solidarietà all’INAF attraverso messaggi di sostegno e la partecipazione alle iniziative su Facebook.