A Obama piace l’idea di far sbarcare i primi uomini su un asteroide entro il 2025. E la NASA risponde che si può fare, a patto di avere a disposizione le nuove capsule Orion. Per i tecnici dell’agenzia spaziale americana basteranno infatti due di queste capsule per realizzare lo sbarco già nel 2019: in soli 200 giorni totali, gli astronauti potrebbero scendere sopra un asteroide vicino, raccogliere campioni del suolo, eseguire numerosi esperimenti e tornare a casa.
La quantità di informazioni ottenibili da una tale missione sarebbe enorme. L’analisi dei campioni del suolo e gli esperimenti eseguiti sul posto fornirebbero nuove indicazioni sulla formazione del sistema solare. Potremmo inoltre scoprire se vi sono minerali utili, oltre a stabilire quali metodi applicare per deviare o distruggere uno di questi corpi in eventuale rotta di collisione con il nostro pianeta.
Prima di tutto questo sarà però necessario spedire una sonda robotica per conoscere a fondo l’asteroide. Ad esempio per misurare quanta polvere viene sollevata solo camminandoci sopra. Dettagli tutt’altro che trascurabili: una volta giunti lì, per gli astronauti non dovranno esserci sorprese. Alla NASA sono certi che anche questa missione preliminare può essere realizzata in tempo utile. Insomma il messaggio lanciato all’amministrazione Obama è chiaro: smettetela di tagliarci i fondi e noi vi daremo il primo asteroide a stelle e strisce.
ASTEROIDI INATTESI
Scoperti il 5 settembre, dopo appena 3 giorni erano già vicinissimi alla Terra: si tratta di due asteroidi. Uno si è spinto a 248’000 km da noi, l’altro ad appena 79’000, circa un quinto della distanza che ci separa dalla Luna. Chiediamo a Giovanni Valsecchi dell’INAF, come mai sono stati individuati con così poco anticipo: “Sono corpi molto piccoli. Essendo intorno ai 10 metri di diametro sono oggetti che, quando sono nello spazio interplanetario, sono totalmente invisibili dalla Terra.” Questi due non erano in rotta di collisione con il nostro pianeta, in ogni caso si sarebbero disintegrati in atmosfera: nessun allarme quindi per un evento che, come spiega Valsecchi, non è affatto raro: “succede tutto il tempo, quasi tutti i giorni, quindi succedeva anche 10 anni fa, 100 anni fa, 1000 anni fa…la differenza fra ora e allora è che adesso il cielo viene scandagliato con molta attenzione proprio per riconoscere in anticipo gli eventuali asteroidi che potrebbero un domani cadere sulla Terra. La copertura non è ancora totale ma ci stiamo avvicinando, e quindi vediamo eventi che non sono né più rari né meno rari di prima, semplicemente prima non avevamo i mezzi per osservarli.”
UN PARTY PER LA LUNA
Il 18 settembre siete tutti invitati ad osservare la Luna: si tratta di Moon Watch Party, un evento mondiale dedicato al nostro satellite. Ce ne parla Caterina Boccato dell’Inaf. “Il 18 settembre ci saranno più di 50 Moon Watch Party in tutta Italia. L’Istituto Nazionale di Astrofisica insieme all’Unione Astrofili Italiani ha organizzato questa serata che è stata inizialmente promossa dalla NASA e che prevede l’osservazione della Luna, attraverso i telescopi messi a disposizione del pubblico, in tutto il mondo. C’è l’Australia, gli Stati Uniti, l’Europa ma l’Italia ha risposto in modo molto forte.” Per tutte le informazioni e per sapere dove si svolge il Moon Watch più vicino a casa il sito di riferimento è www.media.inaf.it/moonight