Si è svolto pochi giorni fa a Roma, e per la prima volta in Italia, il Congresso Europeo di Planetologia. Uno tra gli interventi più interessanti ha riguardato un nostro vicino, Venere, secondo pianeta del sistema solare sulla cui superficie le temperature raggiungono i 500 gradi. Colpa delle nubi che avvolgono l’intero pianeta trattenendo il calore.
Dalla Germania, un gruppo di ricercatori ha presentato i risultati ottenuti da un loro nuovo modello di Venere: è in pratica un’ elaborata simulazione al computer che calcola le complicate interazioni tra la calda atmosfera e l’interno del pianeta. A sorpresa è risultato che ad atmosfera più calda corrisponde un sottosuolo più freddo. Questo perché il calore atmosferico rende più mobile la crosta della superficie, favorendo così il raffreddamento delle parti sottostanti.
Studi di questo tipo interessano da vicino anche chi si occupa del nostro pianeta. E’ proprio studiando il riscaldamento atmosferico di Venere che abbiamo capito come funziona il riscaldamento globale qui da noi. E quando sapremo perché Venere è diventato un inferno deserto con un’ atmosfera acida, sapremo di conseguenza perché la Terra si è invece evoluta all’opposto, divenendo un paradiso pieno di acqua liquida e di vita.
ROSETTA, MIRA A SUD!
Continuando a parlare dei risultati esposti nel corso del convegno di planetologia di Roma, uno studio interessante riguarda la missione Rosetta che, nel 2014, raggiungerà la cometa Churyumov-Gerasimenko. Il compito della sonda , in viaggio dal 2004, sarà avvicinarsi alla cometa e sganciare su di essa il piccolo modulo Philae. Questo, una volta toccata la superficie, proverà a perforarla per prelevare e analizzare alcuni campioni. Ma dove fare scendere Philae? Secondo i risultati esposti a Roma, la scelta migliore è la parte sud della cometa: un’area di atterraggio non solo più sicura, ma anche più interessante dal punto di vista scientifico. La sicurezza è dovuta al fatto che all’epoca in cui Philae verrà sganciato, la parte nord sarà illuminata: questo significa che la vaporizzazione dei gas ghiacciati avverrà proprio da questa parte, causando turbolenze che potrebbero infastidire la discesa del modulo. Dal punto di vista scientifico, stando alle simulazioni, il sud è più appetibile perché sarebbe la parte maggiormente erosa nel corso dei massimi avvicinamenti della cometa al Sole. E questo significa che Philae potrebbe ottenere i campioni che cerca scavando di meno.
UN PIANETA AL POSTO GIUSTO
Con tutti i pianeti extrasolari scoperti fino ad oggi, prima o poi si doveva scovare anche il pianeta giusto nel posto giusto. Gliese 581 g, infatti, è un pianeta roccioso, la cui massa è fra le tre e le quattro volte quella della Terra. Già di per sé questo fatto lo rende interessante, ma ci sono altri aspetti a farne “la” scoperta che tutti aspettavano. A renderlo speciale è la sua posizione rispetto alla propria stella: né troppo vicino, né troppo lontano. Gliese 581 g, si trova alla giusta distanza perché l’acqua, qualora presente sulla sua superficie, possa stare allo stato liquido senza ghiacciare né evaporare. Altro punto notevole è il fatto che si trova ad appena 20 anni luce da noi: dal punto di vista statistico è un’ottima notizia perché fa ben sperare sulla abbondanza di questo tipo di corpi celesti. Essendo roccioso e nella giusta posizione, questo nuovo protagonista del mondo planetario, si candida a pianeta potenzialmente ospitale per la vita. Prima di poter essere considerato abitabile dovrà dimostrare di avere molte altre carte in regola. Ad esempio deve possedere un’atmosfera, né troppo rarefatta né troppo spessa, un aspetto su cui i ricercatori stanno già indagando.