DIECI ANNI spaccati. Era infatti il 29 agosto del 2003 quando Niklas Zennström e Janus Friis hanno tirato fuori dal cilindro il software che è diventato un vero e proprio pezzo di vita per più di 300 milioni di persone nel mondo. Un canale che permettesse di transitare da un protocollo VoiP, sfruttando cioè la rete informatica, per effettuare telefonate e inviare messaggi testuali. I numeri raccontano un fenomeno inimmaginabile appena un decennio fa: 1,4 trilioni di minuti di traffico voce e videochiamate. Più o meno l’equivalente di 2,6 milioni di anni di conversazioni dall’inizio delle operazioni. E che fra l’altro non accenna a diminuire: secondo le stime di TeleGeography il traffico nel 2012 è cresciuto del 44 per cento rispetto all’anno prima. Una chiamata vocale internazionale su tre è effettuata via Skype.
A mettere la ciliegina sulla torta è inoltre arrivata una dichiarazione di Mark Gillett, corporate vice-president di Microsoft per Skype dal 2010, che apre le porte a un ulteriore balzo in avanti: le telefonate in 3D. Sorta di ologrammi tridimensionali attraverso cui i nostri messaggi audio e video potrebbero trasformarsi in un prossimo futuro. Ma potrebbero volerci ancora un po’ di anni: “Abbiamo lavorato nei laboratori, studiando le possibilità degli schermi 3D e delle tecnologie di acquisizione video – ha detto Gillett in un’intervista alla Bbc – ci sono progressi e molte persone acquistano tv e monitor per computer in grado di veicolare immagini in 3D. Ma gli strumenti di acquisizione dei Pc non sono ancora disponibili”. Insomma, la volontà di sbarcare sul mercato con una soluzione simile c’è ma il lavoro sarebbe al momento ancora troppo complicato per penetrare nelle nostre case.
Non è tuttavia un caso che allo scoccare dei dieci anni arrivi dal quartier generale un annuncio forte in tema d’innovazione. Secondo molti osservatori, infatti, la storia di Skype è stata un crescendo di successi costellato anche da diverse opportunità smarrite per strada. “Per certi versi, Skype è vittima del suo stesso successo – racconta Taavet Hinrikus, fra i primi impiegati della compagnia, al Financial Times – ha bloccato le proprie innovazioni. L’ultima degna di nota è stata l’introduzione delle videochiamate nel 2005”. Ingeneroso o no, il commento apre tuttavia lo spazio di riflessione sui prossimi dieci anni: qual è la strada del futuro, al di là della pur colossale massa di utenti, per il fronte dell’instant messaging – oggi dominato da WhatsApp, Viber e simili – e per quello mobile? Intanto, Microsoft preinstallerà Skype su Windows 8.1, il suo ultimo sistema operativo, e probabilmente anche sulla nuova Xbox. Quanto alla nuova Play Station 4, è difficile saperlo ma c’è chi dice che sarebbe possibile.
I dieci anni alle spalle raccontano comunque una storia seminale: dalle chiamate dall’Everest alla ricerca delle stazioni in Antartide passando per lo scricchiolante affare con eBay fino alla maxi-offerta da 8,5 miliardi di dollari di Microsoft, che nel 2010 integra la società fra i propri servizi. Quattro proprietari in otto anni, forse troppi. E poi le collaborazioni con gli artisti o gli studiosi, vedi Lady Gaga o le chiamate sottomarine di Fabien Cousteau, per citarne solo alcune. Nel frattempo, dietro la storia di business, si dipanava quella di tutti i giorni. Popolata da milioni di utenti che hanno letteralmente accorciato le distanze delle proprie vite passando per i servizi gratuiti (o low-cost) del software VoiP. La telefonata all’estero, da quando c’è Skype, non è più un problema. Anzi, la crisi dei tradizionali colossi delle telecomunicazioni passa proprio da qui: dai servizi online – ne sono sbocciati prima, durante e dopo la fondazione di Skype a decine – hanno visto incrinare pesantemente i propri bilanci. Senza riuscire a trovare una via di scampo.