Il centro della nostra galassia non ha ancora svelato tutti i suoi segreti. Sappiamo che quasi certamente c’è un gigantesco buco nero, con una massa 4 milioni di volte quella del Sole. Ma solo con le recenti osservazioni abbiamo scoperto che da quelle parti c’è un secondo tipo di buco: una regione ampia 3 anni luce dove ci sono solo alcune stelle giovani. Che fine hanno fatto tutte le stelle più vecchie?
Nel cercare la risposta, non mancano le spiegazioni più suggestive. Come quella che dà tutta la colpa al buco nero gigante: nel corso di milioni di anni avrebbe attratto man mano le stelle vicine sino a inghiottirle. Resta da capire come ha fatto a scegliere solo le più vecchie, lasciando in pace quelle giovani. Ci sono però anche spiegazioni più semplici: forse le stelle vecchie sono sempre là ma non le vediamo perché emettono poca luce e quindi rimangono nascoste dalle nubi di gas che circondano il centro galattico.
L’unico modo per far chiarezza è continuare con le osservazioni. In particolare si cerca ora di seguire con attenzione quelle poche stelle visibili: dalle loro orbite e dalle perturbazioni che subiscono sarà possibile stabilire se il buco nero gigante si è davvero fagocitato le stelle più vecchie o se invece queste ci sono ancora, ben nascoste alla vista dei nostri telescopi.
LUNA PROTAGONISTA
Ultimamente la Luna è decisamente al centro dell’attenzione. Il 18 settembre tutto il mondo l’ha osservata nell’ambito dell’iniziativa Moon Night promossa dalla NASA, mentre nelle ultime settimane un altro osservatore ha rivelato alcune interessanti novità sul suo passato. Si tratta della sonda Lunar Reconnaissance Orbiter, che studia la Luna orbitandole intorno. Gli strumenti di bordo si sono concentrati sulle caratteristiche più evidenti del nostro satellite: i suoi numerosissimi crateri. I crateri non sono altro che cicatrici lasciate da asteroidi o comete che si sono scagliati sulla superficie lunare, gli stessi corpi rocciosi che in passato hanno colpito anche la Terra. Vento, piogge e fenomeni atmosferici in generale, oltre a quelli geologici, hanno cancellato la maggior parte dei crateri terrestri. Al contrario sulla Luna, praticamente priva di atmosfera, sono ancora presenti anche crateri antichissimi. Studiandoli si è capito che i più vecchi sono anche mediamente più grandi e quindi causati da asteroidi di dimensioni maggiori. In altre parole sono arrivate prima le palle di cannone e poi i proiettili: il bombardamento spaziale si è differenziato nel corso del tempo. Questa scoperta ha delle implicazioni importanti anche per lo studio della storia della vita sulla Terra che, si ritiene, potrebbe essere stata influenzata anche dalla caduta di asteroidi più o meno grandi.
ALTRI 400 PER MARS500
Sono arrivati dove nessuno era mai giunto prima, senza nemmeno muoversi. Sono i componenti dell’equipaggio di Mars500, la missione che durerà 520 giorni, simulando un viaggio su Marte. Dal 14 giugno, i sei volontari che partecipano all’esperimento sono rinchiusi in una struttura isolata dalla quale usciranno soltanto a Novembre. Un altro esperimento simile, nel 2009, si era concluso dopo 105 giorni: tappa che il gruppo di Mars500 ha superato da poco, spingendosi virtualmente molto lontano. Tanto lontano che, a questo punto, la Terra avrebbe le dimensioni di una moneta da 2 euro, se la si potesse osservare dall’oblò di una navicella veramente partita per Marte. Questo stando ai calcoli di Diego Urbina, l’italiano del gruppo che, attraverso il proprio canale twitter, mantiene i contatti con chi è rimasto sulla Terra.