Buchi neri con masse miliardi di volte quella del Sole. Sono giganteschi e si trovano al centro delle galassie. Ma come hanno fatto a diventare così grandi? Di certo hanno risucchiato tutto ciò che c’era nei loro dintorni, ma secondo calcoli e modelli, questo non può essere bastato a renderli giganteschi.
A dare una risposta, giungono ora nuove simulazioni, secondo le quali questi buchi neri avrebbero usufruito di un pasto extra. Le simulazioni si basano su di una premessa: vicino al buco nero, ma oltre il suo raggio di cattura, doveva esserci molto gas. Da questo gas, si sono formate nuove stelle.
Nel loro orbitare, queste stelle si sono scontrate con il gas restante, creando nuovi flussi che a loro volta si sono scontrati tra loro. A forza di scontri, parte del gas ha perso velocità di rotazione, avvicinandosi al buco nero sino a entrare nella sua zona di cattura. E così, il buco nero ha potuto inghiottire un pasto extra di gas, durato miliardi di anni. Sino a diventare quel gigante nero che alberga nel cuore di gran parte delle galassie.
MATERIA SEMPRE PIÙ OSCURA
Sembrava fatta, o quasi. Sembrava che l’esperimento DAMA, in corso presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, avesse finalmente colto sul fatto alcune particelle di materia oscura. Questa è ancora un grande enigma per gli astrofisici. Ce n’è davvero molta, costituisce più del 20% dell’Universo, eppure non si riesce a capire cosa sia perché telescopi e strumenti non riescono a osservarla. Il problema è che a quanto pare le particelle di materia oscura sono molto schive, possono passare attraverso un pianeta come se questo non ci fosse! E’ rarissimo che si scontrino con altre particelle, ma l’esperimento DAMA ha rilevato gli effetti di alcuni di questi scontri, suggerendo la presenza di alcune rappresentanti della materia oscura. Se DAMA era riuscito in questa impresa, ci si aspettava che un esperimento ancora più sensibile, Xenon 100, sempre presso il Gran Sasso, riuscisse a rilevare molte più particelle. Invece nulla. E allora cosa ha rilevato DAMA che Xenon 100 non vede? Questa mancata conferma moltiplica i dubbi sulla natura della materia oscura e sulle tecnologie necessarie per studiarla.
PERICOLO PALLONE
Doveva portare in alto un telescopio e invece ha fatto andare a fondo l’intero progetto. Si tratta di un grande pallone, 121 metri di diametro, gonfiato ad elio e sponsorizzato dalla NASA. Avrebbe dovuto trasportare a 40 km di altezza una cabina contenente un telescopio da 2 milioni di dollari. Ma le cose non sono andate così: anziché salire verso l’alto, il pallone ha cominciato a spostarsi di lato, trascinandosi dietro il telescopio che ha pure travolto una macchina parcheggiata nelle vicinanze. Un disastro completo, tutta colpa del vento che è cambiato quando non doveva. Una stima dei danni ancora non è stata fatta, ma alcune componenti del telescopio trascinato e strattonato, sono andate distrutte. E anche l’automobile deve aver visto giorni migliori.