Tra tutti i pianeti del sistema solare sembrava il meno interessante, invece Mercurio ci sta regalando una sorpresa dietro l’altra. Soprattutto da quando la sonda americana Messenger gli sta orbitando attorno. A prima vista Mercurio sembra il gemello della Luna: un grigio deserto pieno di crateri e niente più. E finora, viste le sue piccole dimensioni, si riteneva che si fosse raffreddato rapidamente, divenendo presto un pianeta inerte. I dati raccolti dalla sonda Messenger hanno però dimostrato che, nonostante le dimensioni, l’attività geologica è andata avanti molto più del previsto, e in minima parte continua ancora oggi. Altro risultato inatteso: il suo nucleo, ovvero ciò che si trova nel cuore del pianeta, sembra essere avvolto da uno strato solido di ferro, caratteristica che gli altri pianeti rocciosi, Terra inclusa, non possiedono. Confermata inoltre la presenza di ghiaccio sul fondo di crateri molto profondi, dove non arriva la luce del Sole e la temperatura si mantiene sotto lo zero. Mercurio è quindi meno scontato di quanto si credeva e ci sarà molto da studiare prima di dare una risposta ai suoi inattesi segreti.
L’UNIVERSO ENERGETICO DI FERMI
Il satellite Fermi, della NASA, ha visto cose che noi umani non potevamo immaginare. Non si tratta di un film di fantascienza, ma della capacità di osservare l’Universo con occhi diversi dai nostri, sensibili alla radiazione gamma, molto più energetica di quella visibile sulla quale siamo sintonizzati noi. Fermi è specializzato nell’osservare stelle di neutroni in rapida rotazione, i resti delle più imponenti esplosioni stellari e ciò che avviene dalle parti dei buchi neri super massicci, ovvero i fenomeni più estremi dal punto di vista dell’energia in gioco. Di questi punti caldi dell’Universo, prima del lancio di Fermi avvenuto nel 2008, ne erano stati individuati pochissimi, ma in appena tre anni di monitoraggio il satellite americano ne ha scovati ben 500: tante sono le regioni dello spazio che si sono rivelate essere sorgenti di raggi gamma. Da quelle parti, in altre parole, succede qualcosa di estremamente energetico ma, per circa un terzo dei casi scoperti grazie a Fermi, non si è ancora riusciti a capire quali siano i meccanismi che generano questo tipo di radiazione. Per questi casi non è stato trovato un collegamento chiaro con nessuno dei fenomeni energetici oggi conosciuti. Il satellite ha quindi gettato lo sguardo su un Universo misterioso che nasconde scenari del tutto nuovi: cosa produce tanta energia? Forse sarà lo stesso Fermi a permetterci di scoprirlo nei prossimi anni.
UNA MAPPA PER IO
Poco più grande della Luna, ruota intorno a Giove mostrandogli sempre la stessa faccia: è Io, una delle quattro lune più grandi del pianeta gassoso, fra esse la più interna. A causa di questa sua posizione risente dell’attrazione gravitazionale di Giove, ma anche di quella delle altre lune della famiglia, un po’ come se si trovasse contesa in un tiro alla fune. Per questo motivo la sua superficie rocciosa è sottoposta a forze simili alle maree, maree solide che provocano fratture esterne e riversamenti di magma fuso. In altre parole Io è teatro di una intensa attività vulcanica. Di questa sua irrequieta superficie è stata recentemente realizzata una mappatura globale grazie alla quale è possibile orientarsi fra vulcani e zone calde. La cosa che sorprende è che su questo turbolento mondo ci sono molti crateri di tipo vulcanico, ma sono del tutto assenti quelli da impatto, quelli che vediamo sulla nostra Luna ad esempio. Di certo questo non significa che meteoriti e frammenti rocciosi non si schiantino su Io, ma piuttosto che il segno lasciato dal loro impatto viene cancellato dal continuo rimodellamento della superficie, dovuto proprio all’attività vulcanica.