Il prossimo 8 novembre l’asteroide 2005 YU55 sarà protagonista di uno spettacolare incontro ravvicinato con la Terra: forte dei suoi 400 metri di diametro, passerà a circa 330.000 chilometri tra noi e la Luna, un vero record per un oggetto di tali dimensioni. ”Durante l’incontro ravvicinato, l’asteroide avrà una velocità relativa rispetto alla Terra di circa 14 chilometri al secondo”, spiega Giovanni Valsecchi, esperto di asteroidi dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica cosmica dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) di Roma. ”L’oggetto non sarà visibile a occhio nudo: potrà essere seguito grazie all’ausilio di radar, come lo statunitense Arecibo – aggiunge – ed è probabile che verso la mezzanotte possa essere osservato anche dagli astrofili grazie all’ausilio di un telescopio professionale”.
L’occasione, del resto, è molto ghiotta. ”Non e’ la prima volta che 2005 YU55 passa vicino alla Terra, l’ultimo incontro risale infatti all’aprile 2010, ma non è mai accaduto prima che si avvicinasse a tal punto”, ricorda l’esperto. Questo passaggio ravvicinato permetterà agli astronomi di saperne di più circa la forma, il periodo di rotazione e l’orbita di questo corpo. Di certo, l’eccezionale appuntamento dell’8 novembre non comportera’ alcun pericolo. ”Le probabilita’ di collisione con la Terra sono praticamente pari a zero, e le previsioni ci rassicurano che sarà così almeno fino al 2200”, conclude Valsecchi.
Saranno le antenne del Deep Space Network dell’agenzia diGoldstone, in California, a seguire l’asteroide durante il suo passaggio, che sarà appena più vicino dell’orbita della Luna intorno al nostro pianeta.
Il monitoraggio dell’asteroide delle dimensioni di una portaerei inizierà alle 9:30 locali (18.30 in Italia) il 4 novembre e durerà circa due ore. Poi giornalmente la base di Goldstone seguirà asterodie almeno 4 ore al giorno fino al 10 novembre, mentre le osservazioni radar da parte di Fondo Arecibo a Puerto Rico avrà inizio l’8 novembre, lo stesso giorno in cui l’asteroide farà il suo massimo avvicinamento alla Terra alle 15:28 PST (23.28 in Italia) .
Durante questo monitoraggio, gli scienziati useranno le antenne di Goldstone e Arecibo per far rimbalzare le onde radio sulla roccia spaziale. Gli echi radar restituiti da 2005 YU55 saranno raccolti e analizzati. Gli scienziati della NASA sperano di ottenere immagini dell’asteroide da Goldstone sottili come circa 7 piedi (2 metri) per pixel. Questo dovrebbe rivelare una ricchezza di dettagli sulle caratteristiche della superficie dell’asteroide, sulla sua forma e su altre proprietà fisiche.
Quando le immagini da mettere in ordine sono davvero tante, è meglio avere molti occhi a disposizione: è questa, in sintesi, la strategia messa in atto dal progetto Galaxy Zoo. Le immagini in questione sono di galassie e appartengono al ricco catalogo astronomico della Sloan Digital Sky Survey. Gli occhi che osservandole attentamente hanno permesso di intraprendere il paziente lavoro di classificazione, sono quelli di scienziati americani e europei, ma anche di circa 200’000 volontari che scienziati non sono. Questa unione di forze ha già portato a interessanti risultati. Nell’ambito del progetto, infatti, il lavoro fatto da un sottogruppo di volontari, ha contribuito a mettere in luce alcune caratteristiche di un particolare tipo di galassie, quelle a spirale barrata. Si tratta di sistemi in cui le stelle, oltre a essere distribuite secondo dei bracci ricurvi che nel complesso danno alla galassia l’aspetto di una spirale, formano una sorta di barra che sembra tagliare la galassia attraversandone il centro. Anche la nostra Via Lattea ha questo aspetto.
Nell’ambito del progetto Galaxy Zoo, con l’aiuto dei volontari, sono state misurate con estrema accuratezza le barre di ben 3150 galassie e i valori ottenuti sono stati pubblicati sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. Dal punto di vista “tecnologico”, questo tipo di lavoro comunitario e in stile 2.0 è stato possibile anche grazie alla possibilità di usare una risorsa libera e alla portata di tutti: si tratta di Google Maps Sky che ha permesso di guardare il cielo, e in particolare le galassie in esame, nella loro posizione, senza perdere l’orientamento. I tanti occhi impegnati, il lavoro di gruppo e l’utilizzo di interfacce online, oltre a classificazioni e misure, ha portato soprattutto risultati di valore scientifico. Grazie a quanto fatto nell’ambito del progetto è emerso che le barre delle galassie sono formate da stelle più rosse e quindi più vecchie, rispetto alle altre regioni. Non solo: le galassie il cui nucleo è più esteso hanno anche le barre più lunghe. Si tratta di aspetti che non sarebbero venuti alla luce senza un lavoro molto paziente e attento che gli scienziati, da soli, avrebbero impiegato molto tempo per portare a termine.
Conto alla rovescia per l’atterraggio dell’astronave dell’esperimento Mars 500 che sta simulando una missione di andata e ritorno su Marte. I 520 giorni di isolamento per l’equipaggio di Mars 500 si concluderanno il 4 novembre, quando il portello dell’astronave sarà aperto per la prima volta dal giugno del 2010.
L’esperimento è cominciato il 4 giugno 2010 a Mosca, quando alla periferia della città sei cosmonauti, fra cui l’italo-colombiano Diego Urbina, sono entrati in una struttura che ha simulato viaggio per Marte, esplorazione del pianeta e viaggio di ritorno. È stata la simulazione spaziale più lunga della storia e durante i 17 mesi della missione simulata su Marte, i sei volontari hanno eseguito esperimenti apparentemente infiniti: hanno monitorato corpo e cervello ed eseguito esercizi fisici.
“Analizzare il materiale raccolto durante l’esperimento richiederà un po’ di tempo ma già si può dire”, ha osservato Patrik Sundblad, specializzato in Scienze della vita presso l’Esa che “l’equipaggio può sopravvivere all’isolamento inevitabile che richiede una missione di andata e ritorno su Marte. Psicologicamente si può fare”.
Secondo l’esperto “l’equipaggio ha avuto i suoi alti e bassi, ma ce li aspettavamo. In realtà, abbiamo anticipato molti problemi”. Ad agosto è stato raggiunto il punto più basso dal punto di vista psicologico: era la fase più monotona della missione, amici e famiglie erano in vacanza e non hanno inviato molti messaggi all’equipaggio e c’era anche una piccola variazione nell’alimentazione.
Ma il morale dell’equipaggio è risalito di nuovo appena si è avvicinato il finale della missione: il flusso di messaggi è tornato normale dopo il periodo di vacanza e, soprattutto, è ritornata la comunicazione in tempo reale il 15 settembre dopo il ritardo artificiale. “L’alta fedeltà della simulazione è stato un fattore importante per il successo dell’esperimento” ha proseguito Patrik. Sapere, inoltre che questa missione sarà realmente di aiuto a una vera missione per Marte “ha reso possibile la sfida di un isolamento di così lunga durata per l’equipaggio”.