Nell’Universo ci sono anche stelle che esplodono a modo loro. Sono una classe particolare di supernovae, quelle che gli astronomi classificano come di tipo Ia. Come le altre supernovae, quando esplodono emettono in pochi secondi miliardi di volte la luminosità del Sole. Ma mentre le altre scoppiano in modo simmetrico, come una gigantesca bolla che si espande allo stesso modo in tutte le direzioni e con la stessa velocità, le supernovae di tipo Ia si comportano diversamente.
Un team di ricercatori ha infatti scoperto che in queste stelle il punto di innesco dell’esplosione non si trova proprio al centro ma in una posizione spostata. Ne risulta così un’esplosione asimmetrica. Perché? Lo abbiamo chiesto a Stefano Benetti dell’INAF, uno degli italiani coinvolti nella ricerca:
“Ancora non lo sappiamo esattamente. Pensiamo che all’interno della stella si possano creare delle instabilità termodinamiche e dei forti rimescolamenti di materia che favorirebbero l’accensione di quella che possiamo definire una bomba termonucleare cosmica non propriamente nel centro di massa della stella.”
Perché è importante sapere come esplodono queste supernovae?
“Noi abbiamo dimostrato con la nostra ricerca che queste supernovae esplodono con lo stesso meccanismo e rilasciano la stessa quantità di luce. Possono allora essere utilizzate come fari cosmici, nel senso che quando scopriamo queste supernovae possiamo determinarne la distanza, quindi possiamo poi dedurre la forma dell’Universo e la sua evoluzione sia passata che futura.”
BUONA LA SECONDA
Preoccupazione a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Il cargo russo Progress, guidato dal suo pilota automatico, aveva fallito il primo aggancio a causa di una interferenza. A bordo del cargo c’erano cibo, carburante e nuovi vestiti, tutti rifornimenti che dovevano assolutamente giungere agli astronauti della Stazione. Agendo a distanza, i tecnici hanno comunque individuato la causa dell’interferenza, poi hanno riprogrammato un secondo attracco, riuscito senza problemi. L’incidente ha suscitato molto clamore tra la stampa, ma rientrava nei casi previsti: il cargo ha infatti eseguito automaticamente le manovre richieste dopo un aggancio fallito, rimanendo così sotto controllo in attesa del nuovo aggancio.
C’E’ POLVERE
Buone notizie dalla capsula rilasciata dalla sonda giapponese Hayabusa. Al suo interno sono state trovate particelle di polvere. La sonda aveva il compito di raccogliere campioni della superficie dell’asteroide Itokawa, ma la missione è stata colpita da una serie continua di problemi e contrattempi che ne hanno allungato di alcuni anni la durata. Alla fine la sonda è tornata casa, ma senza la certezza di essere riuscita nel suo intento. Ora sappiamo che nella sua capsula ci sono delle particelle: nelle prossime settimane si stabilirà se si tratta proprio di granelli dipolvere dell’asteroide o semplice polvere della nostra atmosfera.