Gli shuttle andranno in pensione? La NASA resterà senza navette? Niente paura, ci pensa la SpaceX. La ditta privata americana ha lanciato con successo un razzo Falcon 9: una volta in orbita il razzo ha rilasciato un prototipo di capsula Dragon, progettata per trasportare un giorno astronauti e rifornimenti.
Questo test ha dimostrato che la SpaceX ha le carte in regola per firmare un contratto definitivo con la NASA, attualmente alla ricerca di una ditta privata che possa fornirle razzi e capsule per rifornire la Stazione Spaziale Internazionale. Un compito che gli shuttle non potranno più compiere dalla fine di quest’anno, quando saranno ritirati definitivamente per sopraggiunti limiti di età e affidabilità.
Utilizzare razzi e capsule private per rifornire la Stazione Spaziale piace molto all’amministrazione Obama, propensa a investire denaro su ben altri progetti spaziali. Ma le critiche non mancano: c’è chi ritiene che le compagnie private siano poco esperte e troppo ambiziose. La Space X non si fa comunque spaventare: hanno imparato dai loro precedenti fallimenti e sono certi di poter diventare la compagnia privata di riferimento per il futuro orbitale della NASA.
LA METEORA, IL POETA E IL PITTORE
Cos’era quella “strana processione di meteore” di cui scrive il poeta Walt Whitman in uno dei suoi componimenti? Una sorta di metafora oppure un fenomeno comparso nei cieli americani della seconda metà del 1800? Per risolvere il mistero, un gruppo di studiosi statunitensi ha indagato nella storia, nella poesia e nell’arte figurativa. Scartate le prime ipotesi su sciami meteorici e altri eventi dell’epoca, le ricerche sono giunte a una svolta quasi per caso, grazie alla quarta di copertina del catalogo di un’esibizione. Vi era riprodotto un dipinto che mostrava esattamente alcune meteore allineate. Il titolo era: “La Meteora del 1860” e l’autore, Frederich Church, era un contemporaneo di Whitman. Indagando sull’opera di Church si è riscontrato che il soggetto non era frutto di fantasia, ma la testimonianza di qualcosa che il pittore aveva visto con i propri occhi. A questo punto le ricerche si sono concentrate sui giornali dell’epoca e la conferma è stata trovata: il 20 luglio 1860 era apparsa quella che perfino lo Scientific American definì “la più grande meteora mai vista”. La meteora si era frantumata entrando in atmosfera generando una scia di residui che procedevano sulla stessa traiettoria, di qui il termine processione. Fu un evento di cui si parlò molto: fu visibile per circa 30 secondi e sia il poeta che lo scrittore dovevano averlo osservato più o meno nello stesso istante.
GIOVE COLPITO IN DIRETTA
Il 3 giugno Giove è stato colpito ancora una volta: un piccolo asteroide o un nucleo di cometa si è tuffato nel gigante gassoso e l’evento è stato ripreso in diretta da due astronomi non professionisti. Anthony Wesley, in Australia, e Christopher Go, nelle Filippine, stavano registrando le proprie osservazioni: è così che disponiamo di ben due video che documentano l’impatto. Questa volta l’asteroide non ha lasciato segni sulla superficie osservabile del pianeta, nel 2009, invece, un evento simile aveva provocato una macchia scura che scomparve nel giro di poco tempo.