La cometa di Halley forse apparteneva a un’altra stella. E come lei tante altre che pensavamo essere nostre. Lo sostengono dei nuovi risultati, che spiegherebbero perché il nostro sistema solare possiede così tante comete, centinaia di volte più di quanto dovrebbe.
La gran parte delle comete oggi si trova in una regione ai confini del sistema solare, la cosiddetta nube di Oort. Secondo la teoria comune, questi piccoli corpi ghiacciati si sarebbero formati vicino al Sole, durante le prime fasi di evoluzione del nostro sistema, per essere successivamente scagliati verso le zone più lontane. C’è però un problema. I calcoli dicono che in base a questo scenario, le comete nella nube di Oort dovrebbero essere molte di meno di quelle che sappiamo esserci.
Per questo i ricercatori stanno considerando un’ipotesi alternativa: buona parte delle nostre comete sarebbero in realtà state rubate cinque miliardi di anni fa, strappate via alle stelle che in quel periodo erano vicine del Sole. Da allora le stelle si sono allontanate e il Sole si è trovato ad essere isolato, mantenendo però il suo bottino. Halley, Hale- Bopp, Hyakutake, tutte comete famose che pensavamo essere roba nostra, e che invece potrebbero essere il frutto di un furto in piena regola.
MI MANCA UNA STRISCIA
Il pianeta Giove si è perso una striscia. E’ un cambiamento di look abbastanza notevole per il gigante del sistema solare, che si distingue dagli altri pianeti proprio per il suo aspetto a strisce chiare e scure, osservabili anche da un telescopio amatoriale. La striscia scura che ora non si vede più dominava l’emisfero sud del pianeta. L’ultimo avvistamento risale alla fine del 2009 quando non fu più possibile osservare Giove da terra perché, nel percorrere la propria orbita, era venuto a trovarsi nella stessa direzione del Sole che con la sua luminosità ruba tutta la scena. Le osservazioni sono riprese ad aprile di quest’anno: è stato allora che ci si è accorti che mancava qualcosa. Fra le ipotesi c’è anche quella che la striscia scomparsa non sia scomparsa affatto. Queste bande sono in realtà strati di gas della turbolenta atmosfera di Giove: potrebbe essere successo che uno strato di gas più chiaro abbia ricoperto la regione scura sottostante. La striscia potrebbe quindi ricomparire, del resto era già sparita e riapparsa anche in passato. Il problema è capire quali siano i meccanismi che innescano questo strano comportamento del gas.
C’È POSTO SU QUESTO RAZZO?
Il 18 maggio, con un solo razzo, il Giappone manderà in orbita ben due satelliti. Uno si chiama AKATSUKI e la sua destinazione è il pianeta Venere: ne studierà l’atmosfera per capire come mai i venti raggiungano velocità di 400 km all’ora. Le nuvole più alte, su Venere, si spostano intorno a tutto il pianeta in meno di quattro giorni. AKATSUKI cercherà di monitorare questo effetto di super rotazione effettuando misure che in precedenza non sono mai state fatte. L’altro passeggero si chiama IKAROS e rappresenta l’ennesimo tentativo di testare un sistema propulsivo alternativo. Con IKAROS infatti, si cercherà di fare finalmente funzionare la vecchia e sfortunata idea della vela solare. Una volta in orbita IKAROS spiegherà delle vele di 20 metri per lato, dello spessore di appena 0.0075 millimetri, e proverà a farsi spingere dalla pressione della radiazione solare. In bocca al lupo ad entrambe le missioni.