Pianeti così vecchi che non dovrebbero esistere. Eppure li abbiamo scoperti: sono due giganti gassosi che orbitano attorno a una stella della nostra galassia. Una stella antica, visto che la sua età si aggira sui 13 miliardi di anni, vale a dire quando l’Universo aveva meno di un miliardo di anni. E’ probabile che la stella si sia formata in un altra galassia, che si è poi fusa con la nostra. A sorprendere è però la presenza dei due pianeti che le girano attorno, perché stelle così antiche hanno probabilità molto basse di possedere un pianeta. In questo caso, non solo i pianeti sono ben due ma sembrano essersi formati nello stesso periodo della stella. Se il dato fosse esatto, dovrebbero essere prossimi a festeggiare i 13 miliardi di anni di vita. Un’età che, tra tutti i pianeti finora conosciuti, li renderebbe i più vecchi e soprattutto i più coriacei.
L’OMBRA DEL DIAVOLO…DI POLVERE
Il mese scorso la sonda Mars Reconnaissance Orbiter ha visto qualcosa muoversi sulla superficie di Marte. Osservato dall’alto sembra un pennacchio chiaro che attraversa una vasta regione pianeggiante, denominata Amazonis Planitia. In realtà si tratta di un particolare tipo di tornado detto “dust devil”, ovvero diavoletto di polvere: polvere che forma una sorta di colonna attorcigliata alta più di 800 metri e larga 30. Nell’emisfero settentrionale del pianeta rosso, lì dove si trova la regione osservata, è in corso la primavera marziana: il suolo si riscalda ed è in queste condizioni che possono prendere forma i diavoli di polvere. Grazie alle immagini ottenute dall’alto dalla sonda americana, è stato possibile ricostruire una visione tridimensionale del tornado. La sua altezza è stata misurata a partire dalla lunghezza dell’ombra che la colonna polverosa proietta sul suolo.
UNA DOCCIA GHIACCIATA PER LA CASSINI
Lo scorso 27 marzo, la sonda Cassini ha sorvolato il polo sud di quella che forse è la più bizzarra delle lune di Saturno. Encelado ha una superficie ghiacciata che, in corrispondenza del polo meridionale, presenta spaccature dalle quali fuoriescono spruzzi di ghiaccio vaporizzato. Fu la stessa Cassini, nel 2005, a portare alla scoperta di questi imponenti geyser, nel corso di un altro passaggio ravvicinato. Il sorvolo effettuato nei giorni scorsi ha portato la sonda ad appena 74 chilometri dalla superficie, la quota più bassa raggiunta finora, quota che si abbasserà ulteriormente nel 2015, anno in cui è previsto un altro sorvolo a soli 25 km di altezza. Passando attraverso questi grandi sbuffi, la Cassini ha potuto, in un certo senso, “assaggiarli”. Vapore acqueo, particelle ghiacciate, composti organici e anche sale: questi sono gli ingredienti identificati. Misure termiche rivelano che in prossimità delle crepe la temperatura è di -83 gradi. Secondo i ricercatori è probabile che al di sotto dello strato ghiacciato ci sia un oceano liquido, un ambiente ipoteticamente paragonabile a quello che si può trovare nelle profondità dei nostri oceani.