Nella nostra galassia i pianeti liberi di vagare nello spazio sarebbero miliardi. Lo stabilisce un nuovo studio che non ha mancato di scatenare commenti e perplessità. Che esistano pianeti vagabondi è noto da tempo. E’ invece una novità che possano essere così tanti, addirittura il 50% in più rispetto ai pianeti comuni, quelli legati alla loro stella.
La conclusione si basa su una tecnica indiretta di osservazione unita a calcoli statistici. In pratica analizzando la luce delle stelle è stato possibile dedurre la presenza di pianeti e determinare se sono abbastanza lontani dalla stella in esame da poter essere considerati come liberi. Su un campione di un milione di stelle, sono risultati circa dieci possibili pianeti solitari. Sembrano pochi, ma statistica alla mano, nel momento in cui si considera tutta la Galassia ecco che il loro numero ipotetico sale a miliardi.
presunti vagabondi finora individuati sono tutti giganti gassosi, espulsi chissà quando dal loro sistema planetario a causa delle perturbazioni gravitazionali esercitate dagli altri compagni vicini. Non si esclude che la stessa sorte sia toccata a milioni di pianeti più piccoli e rocciosi che però ancora non riusciamo a individuare con le attuali tecnologie. La notizia ha avuto grande risonanza ma non sono mancate le critiche: c’è chi ritiene che tra quei 10 possibili pianeti in libertà quasi tutti sarebbero legati alla loro stella. In questo caso, riapplicando la statistica, emergerebbe un numero di gran lunga inferiore ai miliardi, dichiarati forse con troppa fretta.
GHIACCIO RIVELATORE
Con il nome di una divinità hawaiana e la forma allungata che ricorda un pallone da rugby, Haumea è forse il più strano fra i cinque pianeti nani del sistema solare. E le sue stranezze non si limitano al nome e alla forma: ora anche il ghiaccio che ne ricopre la superficie presenta una inattesa struttura cristallizzata. Lo strato ghiacciato rende Haumea particolarmente brillante perché riflette la radiazione solare che lo colpisce. È proprio la radiazione del Sole che, secondo i ricercatori, avrebbe dovuto influire sulla struttura del ghiaccio impedendo alle sue molecole di disporsi secondo strutture ordinate, in forma cristallizzata. E invece è proprio così, stando alle osservazioni effettuate grazie al VLT,in Cile. Per mantenere questa struttura in cristalli, è necessaria una qualche forma di energia. Questa potrebbe essere generata da processi radioattivi interni. Un’altra possibilità è legata alla reciproca attrazione gravitazionale fra Haumea e le sue due piccole lune: forze che sono in grado di generare attriti interni e quindi calore, ovvero energia. Il pianeta nano, che si trova al di là di Nettuno, ci sta quindi facendo interessanti rivelazioni grazie al suo ghiaccio.
SATURNO TURBOLENTO
È un periodo decisamente poco sereno per Saturno. Gli strati gassosi del suo emisfero nord sono tormentati da una violentissima perturbazione che si estende per 5.000 Km, formando un enorme vortice scuro. Individuata a dicembre dello scorso anno dagli strumenti della sonda Cassini, questa tormenta è stata seguita nella sua evoluzione anche dal VLT e dagli astronomi non professionisti. Le recenti osservazioni documentano l’azione dirompente di questo fenomeno che trasporta energia e grandi quantità di gas su enormi distanze creando getti e vortici estremamente turbolenti.