UNA COMETA CON QUALCOSA DI FAMILIARE
Come tutte le comete, Hartley 2 è costituita per buona parte di ghiaccio ma nel suo caso si tratta di ghiaccio molto speciale. Secondo i recenti risultati ottenuti grazie all’osservatorio spaziale Herschel, che ha puntato l’attenzione su questo oggetto dalla forma allungata, la sua acqua ghiacciata avrebbe la stessa composizione di altra acqua, molto più vicina a noi: quella dei nostri oceani. Le stesse analisi sono state fatte su altre sei comete, ma senza trovare somiglianze così marcate. La scoperta fatta grazie a Herschel sottolinea ancora una volta come i nuclei cometari possano avere caratteristiche decisamente diverse gli uni dagli altri, ma ha implicazioni molto maggiori. Si tratta di un importante punto a favore della teoria che sostiene che l’acqua terrestre non sia stata, in un certo senso, “fatta in casa”, ma portata da comete come Hartley 2, circa 8 milioni di anni dopo che il nostro pianeta si era formato.
OZONO ANCHE PER VENERE
Anche nell’atmosfera di Venere c’è uno strato di ozono: rilevarlo è stato possibile grazie a uno degli strumenti a bordo della sonda Venus Express. Distribuito in uno strato molto più sottile e, in confronto, a un’altitudine superiore, rispetto al suo corrispettivo terrestre, l’ozono di Venere, analogamente a quello di Marte, non è prodotto da processi biologici (piante e batteri) come nel nostro caso, ma dall’azione della radiazione solare sull’anidride carbonica, anche questa presente in atmosfera. Con Venere ora sappiamo che sono tre i pianeti rocciosi del nostro Sistema ad avere questo ingrediente nel guscio di gas che li avvolge. Se qualcuno osservasse da lontano le atmosfere di Venere, Marte e Terra potrebbe sospettare la presenza di vita su quest’ultima proprio a partire dalle caratteristiche del suo strato di ozono. E noi potremmo, a partire da questi tre casi che possiamo studiare da vicino, trarre conclusioni analoghe nel momento in cui rilevassimo la presenza di questo gas intorno a un pianeta extrasolare di tipo roccioso.