Qualcuno lo ha definito il pianeta cometa, perché proprio come le comete possiede una coda. Il pianeta, di tipo gigante gassoso, orbita attorno a unastella distante da noi 150 anni luce ed era tenuto sotto osservazione dal 2003, attraverso il telescopio spaziale Hubble. Da allora sono stati ottenuti molti dati ed oggi ecco giungere la conferma di quello che era solo un sospetto: il pianeta possiede una coda di gas proprio come una cometa.
La spiegazione di questa curiosa caratteristica nasce dalle particolari condizioni nelle quali si trova il pianeta. Orbita molto vicino alla sua stella, il che lo rende alquanto bollente: i suoi strati più esterni fanno registrare una temperatura di oltre 1000 gradi. Questo intenso calore fa evaporare parte del gas che viene spinto via dal cosiddetto vento stellare, un flusso di particelle che la stella emette in continuazione.
Ecco così formarsi la coda, proprio come avviene nelle comete. Secondo i dati, il gas della coda viene sospinto alla velocità di 35mila chilometri orari.E a chi si chiede se di questo passo il pianeta cometa sarà completamente spazzato via, gli astronomi rispondono che accadrà, ma con molta lentezza: calcoli alla mano dovranno passare miliardi di anni.
Stai Uniti ed Europa stanno pensando a una missione congiunta su Marte: due rover da mandare insieme sul pianeta rosso nel 2018. Qu iraccoglieranno campioni della superficie che saranno poi riportati a terra per il 2020. Tra i rover candidati a essere selezionati c’è anche quello in preparazione per la missione europea ExoMars: sarà dotato di un trapano capace di perforare il suolo, in modo da raccogliere piccoli frammenti a varie profondità. Qualora fosse selezionato, ExoMars potrebbe passare i campioni così raccolti al rover americano: qui sarebbero immagazzinati in appositi contenitori. Per ora questa missione congiunta è solo in fase di ideazione: ci sono prima da superare molte difficoltà tecniche, prima fra tutte trovare un modo sicuro per far decollare il razzo con a bordo i campioni da riportare a casa. E’ questa infatti la fase più delicata: se dovesse fallire, l’obiettivo principale sarebbe compromesso.
ACCECATO DAL LAMPO
Momenti difficili per il satellite Swift: un improvviso lampo di radiazione X dallo spazio profondo, il più potente finora registrato, ha saturato i suoi strumenti rendendolo temporaneamente cieco. Il lampo è stato di breve durata Swift ha presto ripreso il suo normale funzionamento. Per noi nessun pericolo in quanto protetti dalla nostra atmosfera. Gli esperti cercano ora di capire l’origine di un’esplosione X così intensa: alcuni indizi fanno pensare che la radiazione sia stata emessa da getti di materia scagliata via a velocità vicine a quelle della luce. A lanciare questi getti forse è stata una stella che sta collassando su sé stessa per poi formare un buco nero.