E’ di nuovo tempo di incontri per la sonda americana MESSENGER. Lanciata nel 2004, è ripassata per la terza volta vicino a Mercurio, il primo pianeta del sistema solare. Si tratta di una manovra, detta fly by, che è servita alla sonda per curvare la traiettoria in modo naturale, senza sprecare propellente. Grazie alla nuova traiettoria, nel 2011, quando ci sarà il prossimo incontro ravvicinato, la sonda entrerà stabilmente in orbita attorno al pianeta.
Nonostante un improvviso blocco delle comunicazioni, prontamente ripristinate, il fly by è inoltre stato l’occasione per raccogliere nuovi dati. Basti pensare che nei due incontri precedenti la MESSENGER ci ha svelato oltre il 90% della superficie di Mercurio. Prima ne conoscevamo appena il 45%. Così come ha fornito informazioni sulla tenue atmosfera, rivelando tracce di vapor d’acqua. Sorprendente se consideriamo che Mercurio è il pianeta più vicino al Sole, con temperature che superano i 400 gradi.
Altri punti sui quali la MESSENGER dovrà fare chiarezza riguardano la storia del pianeta, piccolo in dimensioni ma alquanto compatto, segno che da quando si è formato, si è in parte ristretto. Forse a causa del nucleo di materiale liquido che nel tempo si è raffreddato e contratto. Mercurio ha proprio molte curiosità da approfondire: e pensare che tra tutti i pianeti del sistema solare, sembrava il meno interessante.
RACCOLTA D’ACQUA
Nel suolo lunare sono presenti anche singole molecole d’acqua: la notizia è dei giorni scorsi e ha colto molti di sorpresa, ma alla NASA ci si è già rimboccati le maniche. Bisogna trovare un modo pratico per raccogliere l’acqua della Luna e di certo non si può passare al setaccio la sua polverosa superficie cercando le molecole una ad una. Ecco allora che un forno a microonde può venire in aiuto. L’esperimento è già stato fatto in laboratorio, per effettuarlo serveo un campione di materiale simile al suolo lunare raffreddato alla “lunare” temperatura di -150°C. Con un normale forno a microonde, basta aspettare che da -150°C si passi a -50°C e già si osserva il risultato. Le particelle di ghiaccio contenute nel suolo diventano vapore che fuoriesce. Sulla Luna si potrebbe raccogliere l’acqua sfruttando una tecnica simile: scaldare il suolo con un dispositivo alle microonde, aspettare che fuoriesca il vapore e tener pronta una fredda superficie di metallo dove farlo condensare e ritornare nuovamente ghiaccio. A questo punto non resterebbe che grattarlo via, ed ecco che l’acqua è stata raccolta. La possibilità di avere acqua a disposizione, direttamente sulla Luna, eliminerebbe molti degli attuali ostacoli dell’esplorazione spaziale. Auguriamo un buon raccolto agli astronauti del futuro, se mai faranno questo lavoro.
QUESTIONE DI STOFFA
E’ un pezzo di stoffa che si può indossare, si può applicare ai vestiti ma non è una decorazione né uno stemma e vedendolo è impossibile indovinare di cosa si tratti. Lo si scopre conoscendo il nome del progetto di cui è il prototipo: “Textile Antennas” ovvero Antenne di Tessuto, nato da una collaborazione fra l’Agenzia Spaziale Europea e un’azienda aerospaziale finlandese. Pur sembrando una banale toppa, è una vera e propria antenna realizzata con fibre tessili che permette a chi la indossa di comunicare via satellite, alle frequenze Iridium e GPS. Il prototipo è ancora in fase sperimentale ma dimostra quanto le applicazioni della tecnologia spaziale abbiano ricadute che ci interessano da vicino, specie se arriveremo perfino ad indossarle!