Chi non ha mai sentito, almeno una volta, il nome di Gary McKinnon? Diventato famoso per essersi introdotto anni fa nei database della NASA, ha combattuto per oltre 10 anni contro l’estradizione negli Stati Uniti per il crimine commesso. Durante l’attacco informatico e l’accesso a materiale top-secret, l’hacker avrebbe individuato vari documenti in cui si parlava di “ufficiali non umani” e navi spaziali al di fuori del Pianeta. Il tutto iniziò nel 2000, quando Donna Hare, fece l’annuncio in cui affermava che la NASA modificasse foto di UFO digitalmente, prima di presentarle al pubblico. Questa faccenda spinse McKinnon a voler sapere di più, e ad introdursi in maniera illecita negli archivi NASA.
La grande cospirazione
Secondo alcuni, è la cospirazione delle cospirazioni, ovvero, il fatto che i governi, soprattutto quello degli Stati Uniti, stiano nascondendo la verità riguardo alla vita aliena. McKinnon voleva a tutti i costi vederci più chiaro, per questo motivo diede via al suo sofisticato attacco hacker, avvenuto dal computer della casa della zia della sua ragazza. Non è bastata però l’accusa ufficiale contro McKinnon: l’hacker infatti, non ha nessun file di backup di quello che dice aver incontrato e per questo viene messa in dubbio la sua credibilità. Per quanto riguarda il termine “non terrestri”, molti insistono che potrebbe trattarsi anche di enti della marina e non necessariamente di qualcosa che abbia a che fare con gli alieni.
A chi gli chiede perché è accusato di essersi intrufolato nei sistemi dell’esercito, della Marina, dell’aeronautica, del Pentagono e della Nasa, McKinnon risponde: «Ero in cerca di tecnologia soppressa, definita con un’espressione ridicola “tecnologia degli UFO”. Credo che sia il segreto meglio conservato del mondo, una cosa molto importante: i pensionati non possono pagare le bollette del riscaldamento, si invadono Paesi per assegnare all’Occidente appalti per il petrolio, e nel frattempo parti segrete del governo tengono lì questa tecnologia soppressa che darebbe energia gratis». Ovviamente, ancora ieri, la Nasa ha smentito tutto.
Alla domanda se abbia trovato quello che cercava, McKinnon risponde: «Sì. C’era un gruppo chiamato “Progetto Rivelazione”. Hanno pubblicato un libro con 400 testimoni esperti tra cui controllori del traffico, operatori di radar militari, fino ai tizi responsabili se lanciare o meno missili nucleari. Gente molto credibile e molto fidata, e tutti dicevano sì, la tecnologia UFO esiste, c’è l’anti-gravità, c’è energia liberamente disponibile ed è di origine extraterrestre, e abbiamo catturato astronavi e le abbiamo smontate per esaminarle». A chiedergli che cosa abbia scoperto all’interno della Nasa, McKinnon tira fuori la storia delle fotografie. «Una di queste persone era un’esperta fotografica della Nasa, la quale ha detto che nell’edificio numero 8 del Johnson Space Centre cancellavano regolarmente le immagini degli UFO dalle immagini satellite ad alta risoluzione. Ha detto che c’erano cartelle denominate “filtrate” e “non filtrate”, “lavorate” e “crude”, qualcosa del genere».
Ma McKinnon non è riuscito a scaricare nessuna di queste immagini sul suo computer: «Ho estratto una foto da una cartella, e tenendo a mente che era una connessione internet molto lenta, a 56k, all’epoca del dial-up, ho abbassato la risoluzione. Ciò che è comparso sul mio schermo era straordinario. Era il culmine di tutti i miei sforzi. Era l’immagine di qualcosa che non poteva essere prodotto da mani umane. Si trovava sopra l’emisfero terrestre. Assomigliava un po’ a un satellite. Era a forma di sigaro e aveva cupole geodesiche sopra, sotto, e a entrambe le estremità, e malgrado fosse a bassa risoluzione, l’immagine era molto ravvicinata. Questa cosa era sospesa nello spazio, e non aveva giunture, nessuno dei segni della normale fabbricazione umana».
McKinnon spiega che la sua connessione è saltata proprio quando stava cercando di scaricare l’immagine. Di fronte all’obiezione che avrebbe potuto trattarsi di un modello, risponde: «Non lo so. Per me, era più che una coincidenza». Lo hacker riconosce che «l’accesso non autorizzato» ai computer altrui «è contro la legge ed è sbagliato», ma vuole essere processato qui, «nel mio Paese, secondo la legge contro l’abuso dei computer, e voglio che gli americani forniscano le prove se vogliono estradarmi, perché so di non avere provocato danni». E conclude: «Per via di quello che cercavo, penso di essere stato moralmente nel giusto. Adesso sono pentito, ma credo che la tecnologia dell’energia libera debba essere resa disponibile a tutti».
La malattia di McKinnon
McKinnon però, dice di aver individuato moltissime immagini mentre aveva pieno controllo su un desktop remoto. Cercò di scaricare un’immagine ma, data la lentezza, riuscì solo ad ottenerne i 2/3. “Si vedeva l’emisfero di un pianeta, che suppongo fosse la terra, e un UFO sigariforme. Ho fatto uno screen-shot dello schermo, ma quando ho visto che qualcun altro dall’altra parte stava prendendo il controllo del mouse il collegamento è stato perso”, ha raccontato McKinnon. Che tutto ciò sia vero o no, non c’è dubbio che il governo degli Stati Uniti abbia intrapreso una seria azione legale contro l’hacker, al quale però è stata diagnosticata la sindrome di Asper, una forma di autismo che avrebbe potuto indurlo a commettere il suo crimine.