Nono grado di magnitudine: è il livello raggiunto dal terremoto che ha colpito la parte est del Giappone. Per gli esperti la scossa, la quinta più potente dal 1900, ha causato un piccolo spostamento nella distribuzione della massa del nostro pianeta che a sua volta ha avuto ripercussioni sulla sua rotazione. Tutto questo è però solo frutto di calcoli e non di misure: le variazioni sono così piccole da sfuggire persino agli strumenti più potenti oggi in uso.
Anche se è presto per avere dei dati attendibili, secondo i calcoli di Richard Gross, ricercatore NASA, il giorno si sarebbe accorciato di circa 2 milionesimi di secondo. Un valore impercettibile: soprattutto se consideriamo che in un anno, a causa dei venti, delle correnti marine e di altri fenomeni naturali, il giorno subisce variazioni dell’ordine di millesimi dei secondo, ovvero circa 500 volte più grandi di quanto avrebbe provocato il terremoto in Giappone.
Va inoltre detto che l’asse di rotazione terrestre non si è spostato: per riuscirci sono necessarie forze esterne e molto più forti, come la forza gravitazionale. L’asse di rotazione è solo un asse immaginario attorno al quale ruota la Terra. La sua direzione non è fissa nello spazio ma si muove e oscilla attorno a una direzione media. Il terremoto potrebbe aver dato un lieve contributo a queste oscillazioni, ne più né meno di quanto fanno ogni giorno decine di altri eventi naturali.
MERCURIO PROTAGONISTA
Questa può definirsi a tutti gli effetti la settimana di Mercurio che in questi giorni è oggetto di molte attenzioni per ben due motivi. Giovedì 17, infatti, la sonda MESSENGER si posizionerà finalmente in orbita intorno al pianeta: lanciata nel 2004, ha impiegato tutto questo tempo per sfruttare opportunamente le spinte gravitazionali e porsi sulla giusta rotta. Guadagnare l’orbita intorno a Mercurio non è affatto facile: proprio per il fatto di essere il più vicino al Sole, è anche il pianeta che si sposta più rapidamente. Raggiungerlo e orbitarvi intorno mentre si muove alla velocità di oltre 170.000 km/h ha richiesto alla MESSENGER un tragitto ingarbugliato e molta pazienza, pazienza che verrà premiata il 17 marzo. Altro fatto degno di nota è che in questi giorni Mercurio è visibile ad occhio nudo: lo si può cercare la sera, subito dopo il tramonto, in direzione ovest poco sopra l’orizzonte. In quella porzione di cielo ci sarà anche Giove che, ben visibile e molto luminoso, potrà essere preso come punto di riferimento per cercare Mercurio, più debole, ma nelle immediate vicinanze.
ITOKAWA: PRIMI RISULTATI
L’analisi dei campioni dell’asteroide Itokawa, raccolti dalla sonda Hayabusa, sta dando i primi risultati. La loro composizione è del tutto simile a quella dei meteoriti che cadono comunemente sulla terra e datandoli si è avuto conferma che le rocce di Itokawa ebbero origine agli albori del sistema solare, circa 4.600.000.000 di anni fa. L’asteroide, inoltre, si sarebbe formato a partire da corpi rocciosi più piccoli che si sarebbero successivamente saldati assieme. Le analisi preliminari, iniziate a gennaio, termineranno a giugno, quando i campioni saranno distribuiti a vari laboratori di ricerca per ulteriori studi. I campioni raccolti da Hayabusa, arrivati a terra in una apposita capsula, non sono frammenti o sassolini, ma piccoli granelli (circa un migliaio) il cui diametro è pari al massimo a quello di un capello: sono piccoli ma estremamente preziosi perché mai prima si era avuta la possibilità di analizzare materiale proveniente da un asteroide.