IL PIANETA RITARDATARIO
Non essere puntuale per colpa di qualcuno che c’è, ma non si vede. È quanto succede a Kepler 19-b un pianeta in orbita intorno a una stella simile al Sole, a oltre 650 anni luce da noi. Era stato individuato dal telescopio spaziale Kepler perché gira intorno alla propria stella passandole periodicamente davanti, lungo la nostra linea di vista, provocando quindi delle diminuzioni della luminosità che misuriamo. Queste periodici abbassamenti, tuttavia, non si ripetono con la puntualità che ci si aspetterebbe, significa che talvolta il pianeta è in ritardo e talvolta è in anticipo. È evidente che subisce un’azione di tira e molla gravitazionale, da parte di qualcuno nelle vicinanze e questo qualcuno non può che essere un altro pianeta. Il Kepler Telescope non riesce a rilevarlo: probabilmente la sua orbita è inclinata e dalla nostra posizione di osservatori non lo vediamo oscurare la propria stella. È il primo caso di un pianeta extrasolare che viene scoperto in questo modo.
RIVELAZIONI SUI BRILLAMENTI
Sembra proprio che i brillamenti solari siano più brillanti, in tutti i sensi, di quando credevamo. Sono improvvise e violente emissioni di radiazione e particelle, delle vere e proprie eruzioni di energia del Sole, gli eventi più energetici del Sistema solare. Grazie ai dati ottenuti di recente dal Solar Dynamics Observatory, della NASA, li conosciamo meglio e abbiamo scoperto che sono più intensi di quanto misurato in precedenza e che possono impiegare anche delle ore per esaurirsi. Questi nuovi aspetti sono estremamente importanti per dipingere un quadro più dettagliato di un fenomeno che ci riguarda da vicino. I brillamenti solari investono anche la nostra atmosfera: quando sono particolarmente energetici possono causare seri problemi alla nostra strumentazione in orbita. Conoscerli è fondamentale per stabilire delle strategie che permettano di limitare danni assolutamente indesiderati.