l tempo del loro primo contatto con i colonizzatori europei, nel tardo XVIII secolo, i nativi australiani erano prevalentemente popoli di cacciatori-raccoglitori in possesso di una ricca cultura orale e valori spirituali basati sulla venerazione della terra e sulla fede nel “sogno”, inteso contemporaneamente come l’antica epoca della creazione del mondo (il cosiddetto dreamtime, o “tempo del sogno”) e l’attuale realtà del sognare (dreaming).
L’esatta epoca di arrivo degli antenati degli aborigeni è oggetto di disputa tra gli archeologi. L’opinione più accreditata è che giunsero dall’Indocina più di 50.000 anni fa: questo significa che si sono succedute in Australia oltre 1250 generazioni. La data di 50.000 anni fa è basata su alcune misure di termoluminescenza eseguite in siti archeologici dell’Australia settentrionale. Un gran numero di siti è stato datato tramite il radiocarbonio a circa 40.000 anni fa, portando alcuni ricercatori a dubitare dell’accuratezza del metodo a termoluminescenza. La datazione a termoluminescenza del sito di Jinmium nel Northern Territory ha indicato per l’insediamento un’età di 120.000 anni. Benché questo risultato abbia avuto vasta eco sulla stampa, è ancora messo in dubbio dalla maggior parte degli archeologi.
I popoli aborigeni sono sopravvissuti a molti mutamenti climatici e si sono stabilmente adattati a diversi ambienti. C’è molto dibattito su quanto gli aborigeni abbiano modificato il proprio ambiente. Una delle controversie ruota attorno al loro presunto ruolo nell’estinzione dei grandi marsupiali; per alcuni da attribuirsi alle sole modificazioni climatiche, per altri al loro essere facile preda dei cacciatori in quanto grossi e lenti. Una terza ipotesi è invece legata ad un’estinzione indiretta dovuta alla modificazione del loro habitat.
Anche le modificazioni ambientali apportate dagli aborigeni, in special modo attraverso l’uso del fuoco, sono oggetto di controversia. È accertato che gli aborigeni usassero il fuoco per un’ampia serie di scopi – dall’incoraggiare la crescita di piante commestibili e di foraggio per le potenziali prede, al ridurre il rischio di grandi incendi devastanti, al rendere più facili i trasporti, all’eliminare i parassiti, all’uso rituale ed al semplice “tenere pulito”. C’è disaccordo, tuttavia, nel valutare l’impatto che l’utilizzo del fuoco possa aver avuto in modifiche a grande scala della vegetazione continentale.
Nonostante la loro nomea di “superstiti” dell’età della pietra, è provato che la cultura aborigena è cambiata nel tempo. La pittura rupestre in svariate località dell’Australia settentrionale consiste in una sequenza di diversi stili legati ai diversi periodi storici. Harry Lourandos è il principale promotore della teoria che ipotizza un’intensificazione dell’attività di caccia e raccolta tra 5000 e 3000 anni fa. Tale intensificazione ha portato ad un aumento dell’impatto umano sull’ambiente (ad esempio la costruzione di trappole per i pesci nell’attuale stato di Victoria), alla crescita della popolazione, all’aumento degli scambi tra i gruppi, ad una più complessa struttura sociale e ad altri cambiamenti culturali. In questo periodo si nota, inoltre, un cambiamento negli utensili di pietra, con lo sviluppo di punteruoli e raschiatoi più piccoli ed elaborati.
Vi sono stati molti gruppi aborigeni diversi, ognuno con una propria cultura, religione e lingua, si contano circa 200 lingue diverse al momento del contatto con gli europei. Queste culture si sovrapposero in maniera più o meno ampia e si evolsero nel tempo. Anche gli stili di vita presentavano un’ampia varietà; l’immagine stereotipata dell’orgoglioso cacciatore che si erge nudo su una gamba sola tra le sabbie rosse del deserto australiano non ha validità generale. In epoca contemporanea, ad esempio, c’erano nello stato di Victoria due distinte comunità con un’economia basata sulla piscicoltura in acqua dolce, una a nord sul fiume Murray, un’altra a sud-ovest vicino ad Hamilton che commerciavano con altri gruppi provenienti anche dall’area di Melbourne.
Alcune leggende tramandate dagli aborigeni
l “Dreamtime”.
Tutto il mondo è esistito da sempre.
Tuttavia il popolo Gagudju prese vita e forma solo quando gli spiriti dormenti creatori si svegliarono dal “Dreamtime”.
Il Dreamtime è una credenza aborigena complicata che spiega il mistero della creazione degli animali, dei primi esseri umani, del paesaggi, delle stagioni, del cielo e del resto.
Una volta che gli spiriti degli antenati terminarono i loro sforzi creativi rimasero sulla terra trasformandosi in roccie, stagni, pitture ed in altri luoghi “speciali” ovvero sacri. In questi luoghi, il popolo Gagudju continua a disegnare la forza e le gesta degli spiriti. Questi sono i luoghi “del sogno”.
“Ginga”, il coccodrillo marino.
Nell’inizio della creazione, Ginga era un uomo.
Un giorno stava dormendo, scaldato da un fuoco fatto vicino ad un “billabong” (parola aborigena che significa corso o specchio d’acqua generalmente secco durante l’inverno). All’improvviso Ginga prese fuoco sulla schiena e allora si gettò in acqua. Il fuoco e l’acqua formarono delle vesciche sul suo dorso e si trasformò in un coccodrillo gigante. Ancora oggi questi lembi di pelle logora si possono vedere spuntare dal pelo dell’acqua quando i coccodrilli nuotano nei corsi d’acqua.
Ginga contribuì al paesaggio del Kakadu intagliando le roccie al suo passaggio e creando il letto del fiume: East Alligator.
Dopo la creazione del fiume si trasformò in una cresta rocciosa che ancora adesso si può ammirare in un luogo sacro chiamato Djirringbal.
Ginga riuscì ad intagliare il fiume grazie al suo largo muso che è il segno di distinzione dei coccodrilli marini rispetto quelli di acqua dolce.
“Warramurrungundji”, la Madre della Fertilità.
La vita sulla terra incominciò quando una donna-creatrice denominata Warramurrungundji uscì dal mare approdando lungo la costa della “Terra di Arnhem” (la terra aborigena per eccellenza) e trasportando un rudimentale attrezzo per scavare (digging stick).
In una sporta (una dilly bag, tipica aborigena) a tracolla aveva patate dolci, ninfee ed altre piante importanti.
Attraversando le terre Warramurrungundji piantò il tutto generando con suo bastone gli specchi d’acqua; poi generò le montagne e i torrenti (creek) e lasciò sulla terra i suoi spiriti-bambini che aveva portato nel suo ventre; i vari gruppi di bambini parlavano lingue differenti.
La madre di fertilità fu inoltre responsabile dei cambiamenti stagionali come le pioggie, il vento e la siccità.
Dopo avere completato le sue creazioni, Warramurrungundji si trasformò in una roccia e da quarantamila anni è adorata dagli aborigeni del Kakadu in quanto madre di tutte le creature e protettrice della vita.
Ngalyod, il Serpente Arcobaleno.
Ngalyod il serpente arcobaleno (conosciuto anche con il nome di Almudj) fu il più importante creatore (anzi dovrei dire creatrice visto è che considerato uno spirito femminile); generò i sentieri e gli stagni, scolpì le rocce e creò le colline ed altri elementi paesaggistici del Kakadu.
Diversamente dagli altri spiriti del Dreamtime però non ha mutò forma ma dopo aver creato un “gash” (un canyon generato dall’erosione) vi si rifugiò nascosta tra le rocce delle gole e protetta da una cascata. Il popolo Gagudju sa dove vive il serpente arcobaleno: in un posto chiamato Djuwarr.
Ngalyod è causa della stagione delle pioggie che induce tutte le forme di vita a moltiplicarsi. Ngalyod può sorgere da un profondo e buio stagno, può allagare la terra e a volte può essere scorta quando si leva in piedi sulla sua coda; nel cielo forma un arcobaleno.
Ngalyod oltre ad essere una forza creatrice è anche uno degli spiriti più temuto; se disturbata, la sua rabbia può essere tremenda a rimarcare la sua potenza: chiunque abbia infranto una legge può finire annegato per sua volontà da un’ inondazione.
Ngalyod quindi non deve essere cercata perchè non vuole farsi trovare.
La sua immagine può essere vista nelle pitture rupestri delle quali è tra i soggetti dominanti degli ultimi diecimila anni.
Namarrkun, l’ Uomo Fulmine.
Namarrkun viene dal cielo a cavallo di nubi tempestose. L’arco di luce del fulmine è generato delle sue spalle mentre il suono del tuono è generato dalle ascie di pietra fissate sulla sua testa, gomiti e ginocchia percosse contro le nuvole.
Quando gli uomini disobbediscono alla legge, Namarrkun fa tuonare il cielo e i cattivi possono essere colpiti dai suoi dardi ardenti, i fulmini.
Ancora oggi, Namarrkun vive nel cielo anche se non è visibile e assorbe durante il giorno la luce del sole che forma un arco attraverso i suo corpo. Appare in genere durante la stagione pre-monsonica (in aborigeno: Gunumeleng) ricordando alla gente che lo invoca la sua potenza ed in associazione alle piogge portate dal serpente arcobaleno.
Documentario sui vari misteri legati a questo affascinante popolo
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