Una piramide nell’altra, e poi un’altra ancora: gli archeologi hanno scoperto che il tempio di Kukulkan, nel sito archeologico di Chichen Itza (nella penisola dello Yucatan) nascondeva un’ulteriore terza piramide dentro le prime due.
«È come una matrioska. Sotto la più grande ne abbiamo un’altra e poi un’altra ancora», ha dichiarato al Guardian Rene Chavez Seguro, a capo del progetto.
La piramide pre-colombiana, alta 30 metri, nascondeva infatti al proprio interno una seconda piramide, di 20 metri; dentro quest’ultima, gli archeologi hanno scoperto un’ulteriore piramide, di 10 metri, avvistata utilizzando una tecnica di scanning non invasiva.
Il tempio in onore di Kukulkán, il dio serpente piumato, fu realizzato come un sistema di bambole russe, presumibilmente in tre fasi: la piramide più piccola e più interna, appena scoperta, tra il 550 e l’800; quella intermedia, tra l’800 e il 1000; quella esterna tra il 1050 e il 1300.
“El Castillo” (com’è soprannominato il sito) sarebbe dunque stato costruito in fasi diverse. I motivi potrebbero essere i più disparati, dalla normale erosione dei materiali al cambio di regime.
La seconda piramide era stata individuata dopo il 1931, mentre la terza, più piccola e non perfettamente centrata rispetto alle altre, è stata trovata ora grazie a una tecnica di scansione non invasiva delle strutture.
L’accumulo di edifici sopra e intorno a quelli vecchi poteva dipendere da varie ragioni, come il deterioramento dei precedenti o il cambio di leadership politica.
Inoltre, lo scorso anno inoltre, si è scoperto che il tempio di Kukulkán è costruito sopra a un cenote, ossia una voragine (sinkhole) naturale piena d’acqua dolce. La nuova struttura scoperta sorge proprio in direzione del bacino.
Non è chiaro se i Maya sapessero della presenza del pozzo, ma il fatto che le piramidi siano state costruite direttamente sopra di esso, e che Kukulkán fosse anche associato all’acqua nella mitologia precolombiana, fanno pensare che la posizione possa essere stata scelta di proposito.
La scoperta è particolarmente importante perché aiuta a gettare luce sulla civiltà dei Maya, prima che arrivassero popoli stranieri dal Messico centrale.