Meglio non farsi illusioni, la fine è vicina per il telescopio spaziale Kepler. E’ l’annuncio inatteso della NASA, dopo un guasto che impedisce al telescopio di orientarsi nello spazio. Kepler era stato lanciato nel 2009 con l’obiettivo di individuare il maggior numero di pianeti in orbita attorno ad altre stelle. Da allora ha scoperto 132 sicuri pianeti e altri 3.000 possibili candidati. Ora una delle sue quattro ruote interne, utilizzate per orientarlo nello spazio, non gira più. E deve trattarsi di un guasto importante se il telescopio si è posto in modalità di sicurezza, una modalità automatica che scatta quando c’è un malfunzionamento grave. Purtroppo Kepler è lontano dalla Terra e non è possibile spedire una missione di riparazione. Per questo la NASA dichiara che è quasi certa la fine. Enorme il rammarico, anche perché da Kepler ci si aspettava la scoperta del primo pianeta simile alla Terra. Non resta che accontentarsi di tutti i dati fin qui raccolti, che terranno impegnati i ricercatori per almeno due anni. Nell’attesa che fra 4 anni vengano lanciati i prossimi telescopi spaziali per la ricerca di pianeti lontani.
IL SOLE SI FA NOTARE
Nei giorni scorsi, fra il 13 e il 14 maggio, il Sole si è esibito in una serie di spettacolari brillamenti. Si tratta di improvvise eruzioni estremamente luminose: sono osservabili sulla superficie visibile della nostra stella, liberano energia sotto forma di luce e altra radiazione elettromagnetica. Ai brillamenti sono spesso associate delle emissioni di massa coronale, ovvero particelle cariche espulse nello spazio, eventi che si sono verificati anche in quest’ultima occasione. Si tratta di fenomeni che caratterizzano i periodi di intensa attività solare che, attualmente, sta raggiungendo il suo massimo come succede ogni 11 anni. Con il risveglio del Sole, si risvegliano periodicamente anche i timori legati alla possibilità che un “brillamento killer” investa la Terra. Questa possibilità va scartata: il calore sprigionato durante uno di questi eventi non può raggiungere il nostro pianeta. Possiamo però essere investiti dalla radiazione e dalle particelle energetiche che, pur non arrostendoci, possono ad esempio compromettere il funzionamento dei satelliti. Evitarlo è possibile tenendo d’occhio il Sole e i suoi comportamenti, migliorando la nostra capacità di fare previsioni e adottando le dovute precauzioni.
Il radiotelescopio sudafricano KAT-7 , che ha il compito di aprire la strada allo Square Kilometer Array, inizia a dare i primi importanti risultati scientifici. Utilizzandolo assieme allo Hartebeesthoek Radio Astronomy Observatory (HartRAO), un gruppo di astronomi ha studiato una stella di neutroni nel sistema noto come Circinus X-1, osservandola mentre lA Sspara materia energetica dal suo nucleo nel sistema circostante, con getti ampi e compatti che creano un bagliore luminoso visibile solo in onde radio.
Gli astronomi hanno osservato Circinus X-1 tra il 13 dicembre 2011 al 16 gennaio 2012 e in questo arco di tempo il sistema si è acceso due volte con i livelli tra i più alti mai osservati negli ultimi anni. KAT-7 è stato in grado di catturare entrambi i getti e li ha seguiti nel loro progredire. Questa è la prima volta che il sistema, noto da tempo, è stato osservato in modo così dettagliato e seguendo un intero ciclo di attività dei getti.
Circinus X-1 è una binaria a raggi X o sistema di due stelle, in cui una delle compagne è una stella di neutroni compatta ad alta densità (una stella di neutroni è un residuo estremamente denso e compatto di una stella esplosa ed è solo di 20 km di diametro.) Le due stelle orbitano una intorno all’altra ogni 16,5 giorni in un’orbita ellittica. Quando le due stelle si avvicinino la stella di neutroni risucchia materiale dalla stella compagna per poi espellere questo materiale in orbita con un forte getto.
Rob Fender, dell’Università di Southampton, che ha guidato la ricerca, spiega: “Circinus X-1 continua a rivelare nuovi aspetti del suo comportamento, ed è probabilmente il miglior laboratorio per l’astrofisica relativistica visibile nell’emisfero meridionale. È inoltre un eccellente termine di paragone per i molti getti associati all’accrescimento dei buchi neri “.
KAT-7 è primo radiotelescopio al mondo costituito da strutture di antenne in materiale composito. È il banco di prova tecnologico per Meerkat, un array molto più grande, che a sua volta sarà un precursore per lo Square Kilometer Array (SKA).
Secondo Fender, co-leader del progetto Meerkat, “Questo progetto ci permette di esplorare gli estremi della fisica, temperatura, pressione, velocità, campi gravitazionali e magnetici, che sono al di là di qualsiasi cosa realizzabile in qualsiasi laboratorio sulla Terra. E offre uno scorcio unico sulle leggi della fisica che operano in regimi straordinari. Quasi tutti questi eventi sono associati con emissioni radio transienti”.
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