Ancora una volta i neutrini non si fanno trovare. A rimanere delusi sono ora i ricercatori di Icecube, un grande telescopio costruito al polo sud. Stavano cercando di misurare il passaggio di alcuni neutrini prodotti dall’esplosione di grandi stelle lontane. Sembrava un passaggio certo e invece non ne hanno trovato neanche uno. Il risultato è stata una vera sorpresa. Nell’arco di un anno si erano registrate 180 esplosioni di stelle. Per cui nello stesso arco di tempo i rivelatori del telescopio avrebbero dovuto misurare il passaggio di un buon numero di neutrini. Un compito non facile, perché sono particelle che attraversano la Terra da parte a parte come fossero fantasmi. IceCube è stato però costruito proprio per riuscire in simili imprese e funziona alla perfezione. Eppure questa volta non ha trovato nulla: 180 esplosioni di stelle e neppure un neutrino. Per i ricercatori può esserci una sola spiegazione: le esplosioni stellari non sono il vero luogo d’origine di queste particelle, come ormai si dava per certo. Bisogna cercare altre ipotesi. Ad esempio è probabile che siano generati dai fenomeni altamente energetici che avvengono nei dintorni dei buchi neri supergiganti, al centro delle galassie. Fatto sta che i neutrini continuano a rimanere particelle sfuggenti e decisamente imprevedibili.
MATERIA OSCURA ALLA LARGA DAL SOLE
Non si vede ma c’è e ce n’è in grandi quantità ma, a quanto pare, non nelle vicinanze del Sole. Viene chiamata materia oscura: qualcosa di diverso dalle stelle, dal gas e dalla polvere interstellare, qualcosa la cui natura non è ancora stata identificata ma che influisce gravitazionalmente su ciò che osserviamo. E’ per la sua presenza che, ad esempio, le regioni esterne delle galassie, Via Lattea compresa, ruotano più velocemente di quanto farebbero se ci fosse solo materia normale. E come ci si muove nei pressi del Sole? Uno studio dell’ESO, che ha analizzato i moti di oltre 400 stelle fino a un raggio 13000 anni luce dalla nostra, ha stabilito che si muovono come se di materia oscura proprio non ce ne fosse, contrariamente alle previsioni. Forse la materia oscura, che pure è presente nella nostra galassia, è distribuita in modo diverso da quello ipotizzato finora.
ADOZIONI PLANETARIE
Ci sono pianeti che vagano solitari nello spazio, sbalzati via dal loro luogo di origine, slegatisi dalla propria stella per effetto di interazioni gravitazionali con altri corpi celesti. Secondo una nuova simulazione al computer, alcuni di questi vagabondi solitari potrebbero venire adottati da un’altra stella e rimanere in orbita intorno ad essa. Anche se, fra i casi osservati finora, non possiamo dire se ci siano effettivamente pianeti catturati, i risultati ottenuti possono fornire una possibile risposta al perchè certi pianeti ruotino a distanze estremamente elevate dalla loro stella. Forse alcuni di essi potrebbero effettivamente essere stati adottati.
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