Come sarà l’uomo tra 20, 50 o 500 anni? Difficile dirlo: quello che sembra però essere confermato è che la specie umana si sta ancora evolvendo.
A sostenerlo è un team di ricercatori canadesi secondo che ha studiato i registri delle chiese di Ile aux Coudres, una piccola isola a sudest di Quebec City, tra il 1799 e il 1940.
Secondo questi antichi documenti in poco meno di un secolo e mezzo l’età del primo figlio per le donne dell’isola è scesa da 26 a 22 anni. E per Stephen C. Stearns, docente di biologia presso l’ateneo di Montreal e responsabile dello studio, questo dato sarebbe una chiara dimostrazione di una modificazione in senso evolutivo della popolazione.
Ma quindi, l’età della prima gravidanza non sarebbe una conseguenze di modelli culturali caratteristici di ogni società?
Secondo gli scienziati no: un trend così marcato nella diminuzione dell’età al primo parto in una popolazione così piccola e omogena non può che essere spiegato con modelli evolutivi come conseguenza di un processo di selezione.
In una popolazione come quella di questa piccola isola aver figli presto significa poter avere famiglie più numerose e quindi poter contare su un maggior numero di braccia per la coltivazione della terra. Un grande vantaggio se la forza lavoro è il primo fattore determinante per la sopravvivenza.
In realtà le prove che gli esseri umani non sono ancora arrivati alla fine della loro storia evolutiva esistevano già: i dati raccolti sul genoma umano negli ultimi 10 anni hanno dimostrato che il 10% del nostro dna porta i segni di una selezione naturale avvenuta dai 25 mila ai 5 mila anni fa.