E’ frutto di un’ampia collaborazione internazionale a cui ha partecipato direttamente l’Italia sia per la parte scientifica sia per quella industriale
Il più complesso osservatorio astronomico a terra, l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA), è stato inaugurato ufficialmente sull’altopiano di Chajnantor, a 5000 metri di altitudine, nel nord del Cile, frutto di un’ampia collaborazione internazionale tra Europa, tramite l’ESO, il Nord America e il Giappone. Al progetto ha partecipato direttamente l’Italia sia per la parte scientifica sia per quella industriale.
“La “M” di ALMA sta per onde millimetriche/submillimetriche, perché ALMA osserva il cosmo in questa parte dello spettro elettromagnetico, con lunghezze d’onda molto più ampie rispetto a quelle del visibile”, ha spiegato Alison Peck, astonomo dell’NRAO che ha partecipato alla fase progettuale dell’osservatorio. “In questa parte dello spettro possiamo osservare la formazione planetaria, studiare l’astrochimica e rivelare la radiazione emessa dalle più distanti galassie, quelle che si formarono nelle fasi primordiali dell’universo”.
Al momento, saranno attive circa un terzo delle 66 radioantenne previste dal progetto, separate al massimo da una distanza di 125 metri, invece che del massimo previsto di 16 chilometri.
“Anche in questa sua prima fase a operatività limitata, ALMA supera in prestazioni tutti gli array per l’osservazione nelle onde submillimetriche: si tratta di una pietra miliare posata grazie al contributo di numerosi scienziati e ingegneri di tutto il mondo”, ha sottolineato Tim de Zeeuw, direttore generale dell’ESO, partner europeo di ALMA.
Negli ultimi mesi, il gruppo di astronomi di ALMA è stato impegnato nella preparazione della prima serie di osservazioni scientifiche, note come Early Science. Uno dei risultati dei testi è la prima immagine ottenuta dal telescopio. con solo 12 antenne, che ritrae le galassie delle Antenne, una coppia di galassie che collidono con forme drasticamente distorte. Le immagini mostrano qualcosa che non può essere visto nel visibile: nubi di gas denso da cui si formeranno nuove stelle.
ALMA potrà accettare solo un centinaio di progetti scientifici per i primi mesi di Early Science dell’osservatorio, ma da tutto il mondo sono arrivate circa 900 proposte. Un numero di richieste nove volte superiore alle possibilità rappresenta un record assoluto per un telescopio.
“Stiamo vivendo un momento storico per la sicenza e in particolare per l’astronomia, e forse anche per l’evoluzione dell’umanità, perché stiamo utilizzando il più grande osservatorio mai costruito”, ha concluso Thijs de Graauw, direttore di ALMA.