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Un quadro di desolante vuoto esistenziale racconta una strage reale con stile asciutto e sobrio in cui Gus Van Sant racconta la strage di Columbine che già era stata al centro del clamoroso Bowling for Columbine di Michael Moore l’anno prima. Lo fa con un film di breve durata in cui si affida a una macchina da presa che pedina alcuni dei protagonisti che diverranno vittime o assassini quasi fosse una candid camera…