È atterrata lo scorso 16 giugno nella base di Vandenberg, a nord ovest di Santa Barbara, (California) la navetta spaziale americana X-37B, in orbita da marzo del 2011 per una missione segreta. Partita da Cape Canaveral lo scorso anno, il misterioso shuttle è rimasto in orbita per quindici mesi senza che siano state divulgate informazioni in merito, se non il nome – Orbital Test Vehicle – e il fatto che non ci fosse a bordo alcun pilota.
La storia della navicella risale al 1999, anno in cui la Nasa iniziò ad avviare il programma per costruire il mini-shuttle, spinta dalla necessità di testare nuove tecnologie ed effettuare esperimenti. “Mantenerla in orbita ci offre addizionali opportunità di sperimentazione e ci consente di estrarre il massimo dalla missione”, dice il colonnello Tom McIntyre, direttore del programma. Sì, ma quali sperimentazioni esattamente? Non è dato sapere, perché sul progetto incombe il segreto militare. Si sa che nel 2004 l’iniziativa passa nelle mani della Defense Advanced Research Projects Agency, la oramai leggendaria agenzia che lavora per progetti top secret del Pentagono. Da allora sono due gli shuttle mandati in orbita: la prima missione risale al 2010 e la seconda è quella che ha visto atterrare l’atipica navicella gemella in California due giorni fa. Per tutto il periodo del progetto le navette spaziali sono sparite dai radar della normale comunicazione giornalistica, infittendo ancora di più il mistero.
C’è chi avrebbe rivelato il percorso della X-37B, assicurando che passa sopra Corea del Nord, Iraq, Iran, Pakistan e Afghanistan, ad un’altezza di 300 chilometri, con una inclinazione di 42.79 gradi rispetto all’equatore. La rotta – dicono gli esperti – sarebbe così molto simile a quella della stazione orbitante cinese Tiangong-1, dove Pechino conta di portare i suoi astronauti entro il 2012. Che lo scopo dello shuttle americano sia proprio quello di spiare la navicella cinese? Una guerra fredda giocata tra satelliti, insomma, che è stata però esclusa dagli scienziati per una questione di distanza e velocità. E anche di rotta, visto che normalmente le navicelle spia si muovono sulle rotte del poli e non dell’equatore. D’altra parte, X-37B è troppo piccola per essere destinata ad esplorazioni spaziali. Ecco allora farsi strada una nuova ipotesi: il misterioso mini-shuttle potrebbe essere la prima arma spaziale. Forse più fantascienza che realtà.