Per gli antichi ebrei Lilith era la prima moglie di Adamo (quindi precedente ad Eva), che fu ripudiata e cacciata via perché si rifiutò di obbedire al marito. Lilith è il demone femminile della religione mesopotamica associato alla tempesta, ritenuto portatore di disgrazia, malattia e morte. La figura di Lilith appare inizialmente in un insieme di demoni e spiriti legati al vento e alla tempesta, come è il caso nella religiosità sumerica di Lilitu, circa nel 3000 a.C.
Vari studiosi datano l’origine verso il 700 a.C.. Lilith compare nell’insieme di credenze dell’Ebraismo come un demone notturno, ovvero come una civetta che lancia il suo urlo nella versione della cosiddetta Bibbia di re Giacomo. Secondo la tradizione della cabala ebraica, invece, è il nome della prima donna creata, prima compagna di Adamo e precedente a Eva. La sua figura, delineata nel Medioevo, risale a miti e leggende antiche della Mesopotamia. Nell’immaginario popolare ebraico è temuta come demone notturno capace di portare danno ai bambini di sesso maschile e caratterizzata dagli aspetti negativi della femminilità: adulterio, stregoneria e lussuria.
Alla fine dell’Ottocento, in parallelo alla crescente emancipazione femminile nel mondo occidentale, la figura di Lilith diventa il simbolo del femminile che non si assoggetta al maschile e, rivalutata nelle religioni neopagane, viene posta a fianco di simboli come quello della Grande Madre.
L’accadico Līlītu e l’ebraico לילית (lilith) sono aggettivi femminili che derivano dalla radice linguistica proto-semitica <L-Y-L> “notte” (con l’aggiunta della nisba t a significare “della notte”, “notturna”), e traduce letteralmente un “essere femminile della notte/demone”, sebbene le iscrizioni cuneiformi in cui compaiono i termini Līlīt e Līlītu (come pure in Ebraico) si riferirono in seguito agli spiriti aerei che apportano malattie. La stessa radice – che non esige letteralmente uniformità di concetti – in ebraico e nell’arabo Layla/Leyla, Lela o Lel significa “sera, notte”.
Qualcuno ha osservato che Lilith sembra essere il corrispondente pagano della Madonna, ma, mentre questa schiaccerà il serpente e lo dominerà, Lilith ne è attratta, quasi inconsapevole, e ne è avvolta, quasi connivente nello scoprire i segreti della natura umana, come nel ritratto del pittore preraffaellita John Collier del 1892. Tuttavia, tali interpretazioni sono di carattere più psicanalitico che storico-religioso in senso stretto. Da questo punto di vista, si osserva che è la figura della Madonna ad essere discesa da sue antecedenti pagane (a cominciare dall’egizia Iside, ma non solo) e non il contrario, dato il rapporto di maggiore antichità.
Lilith viene identificata con ki-sikil-lil-la-ke4, donna demoniaca in lingua sumera ed appare nella storia “l’albero huluppu” i cui protagonisti sono Inanna e Gilgamesh.
Inanna trova un albero huluppu sulle sponde dell’Eufrate che è sradicato dall’erosione dell’acqua, lo prende con se per piantarlo nel suo giardino con l’intenzione di utilizzarne la legna per fare il proprio trono ed il proprio letto. Ma dopo dieci anni, quando l’albero è cresciuto, non può essere utilizzato.
fece il suo nido tra le radici dell’albero huluppu.
L’uccello Anzu mise i suoi piccoli tra i rami dell’albero
e la vergine nera Lilith costruì la sua casa nel tronco. »
Nella tradizione popolare ebraica, Lilith è un terribile demone.
Esiste una tradizione secondo la quale viene posto attorno al collo dei neonati di sesso maschile un amuleto con iscritti i nomi dei tre angeli (Senoy, Sansenoy e Semangelof detti anche Sanvi, Sansavi e Semangelaf) per proteggerli da Lilith prima della circoncisione rituale. Secondo un’altra versione si traccia un cerchio magico attorno alla culla con i nomi degli angeli. Un’altra tradizione ancora prevede che si aspetti a tagliare i capelli ad un ragazzo per far credere a Lilith che si tratti di una ragazza.
Un amuleto persiano del 18esimo o 19esimo secolo, un ciondolo protettivo per un neonato, conservato nel museo di Israele, Gerusalemme, raffigura Lilith in catene, con “Lilith cieca in catene” scritto sotto ogni arma.
Dei ragazzi adolescenti si pensa poi che provochi le eiaculazioni notturne con cui genera demoni (i jinn nella tradizione arabo-islamica), comportandosi in tal modo come spirito succubo analogo femminile dello spirito incubo maschile.
Simbologie legate a Lilith e, più in generale, a un’antica dea della notte, si rintracciano in moltissime culture combinate in modi differenti. Attualmente il mito è addirittura tornato in auge, generando nuove forme nell’immaginario collettivo, dai fumetti ai videogiochi, ma in particolare nel contesto neopagano.
Lilith compare una sola volta nella Bibbia, in Isaia 34:14, dove si descrive la desolazione di Edom.
L’edizione della CEI del 1974 traduce “lilit” con “civette”:
« Gatti selvatici si incontreranno con iene, i satiri si chiameranno l’un l’altro; vi faranno sosta anche le civette e vi troveranno tranquilla dimora » | |
(Isaia 34:14)
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e poi continua:
« Vi si anniderà il serpente saettone, vi deporrà le uova, le farà dischiudere e raccoglierà i piccoli alla sua ombra; vi si raduneranno anche gli sparvieri, l’uno in cerca dell’altro; nessuno si farà attendere. » | |
(Isaia 34:15 )
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Che sembra ricalcare i passi del racconto dell’albero huluppu Lilith#Mitologia sumero-accadica. Il libro di Isaia è datato al VII secolo a.C., e la presenza di ebrei a Babilonia coinciderebbe con i già attestati riferimenti al Līlītu nella demonologia babilonese. Schrader (Jahrbuch für Protestantische Theologie, 1. 128) e Levy (ZDMG 9. 470, 484) ipotizzano che Lilith fosse una divinità della notte, nota anche agli esuli ebrei in Babilonia.
Blair dimostra che tutte le otto creature, che sono menzionati, sono animali naturali. Si tenga presente che la posizione dei testi biblici a proposito delle divinità pagane è sempre molto negativa. Da notare come nel brano vengano accumunati cinque animali o essere (gatto, civetta, serpente, iena, satiro) di cui almeno tre – vale a dire gatto, civetta e serpente – erano ampiamente venerati nelle precedenti religioni pagane, non possededendo a quel tempo alcuna connotazione negativa.
In realtà sono stati i passaggi della Genesi a far speculare sull’esistenza di una donna che ha preceduto Eva; si spiega che Lilith è stata creata dalla terra come Adamo ma che poi divenne un demone, come quegli spiriti dannosi creati durante i primi sei giorni della Creazione, divenuti demoni perché ribellatisi al Signore che non donò loro un corpo come avvenne invece per Adamo ed Eva, che si racconta fossero uniti in una sola anima prima di essere divisi e poi formati come primo uomo e prima donna dell’umanità. La creazione dell’uomo e della donna viene infatti citata nel primo capitolo:
« Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò » | |
(Genesi, 1:27 )
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Nel secondo capitolo si ripete poi, con parole diverse, prima la creazione dell’uomo con polvere del suolo (Genesi 2:7) e poi, dalla costola di Adamo (Genesi 2:22), la creazione della donna chiamata Eva.
I commentatori della Torah sostengono che prima che Eva fosse presentata dal Signore ad Adamo, quest’ultimo notò Lilith che però non gli piacque. Altre fonti sostengono ancora che per un periodo Lilith ed Adamo vissero nel giardino dell’Eden, fin quando non si scontrarono in un furioso litigio, causato dal comportamento tutt’altro che remissivo della donna: essi si accoppiarono ma poi essa si sarebbe infatti rifiutata di soddisfare le richieste sessuali del suo compagno che volle giacere sopra lei che però rifiutò. A seguito del litigio ,Lilith sarebbe salita al cielo trasformandosi in un demone in incessante ricerca di infanti e di seme maschile.
Lo Zohar spiega che il demone Lilith, figura impura, coopera strettamente con l’angelo Satana.
Nei manoscritti non biblici di Qumran sono presenti passi che hanno molte similitudini con le proprietà attribuite a Lilith. Un riferimento è nella “Canzone per un sapiente”(4Q510-511), e una allusione trovata da A. Baumgarten nel “La seduttrice” (4Q184).
Il primo riferimento a Lilith nella Canzone appare al 4Q510, frammento 1:
« Ed io, il Maestro [lett. l’Istruttore], proclamo il Suo glorioso splendore così da atterrire e terrorizzare tutti gli spiriti degli angeli distruttori, gli spiriti dei bastardi, demoni, Lilith, urlatori, e [abitatori del deserto] e coloro che cadono sugli uomini senza avvertimento per sviarli da uno spirito di comprensione e per rendere i loro cuori e i loro [-] desolati durante l’attuale dominio di malvagità ed il predeterminato tempo di umiliazione per i figli della luce, attraverso la colpa, nelle ere, di coloro che sono afflitti dall’iniquità- non per la distruzione eterna, ma per un’era di umiliazione per la trasgressione. » | |
Collegato al Libro di Isaia:
« Le bestie del deserto s’incontreranno con le bestie che ululano, i capri si chiameranno l’un l’altro; vi si stabiliranno anche le civette e vi troveranno un luogo di riposo. » (Isa 34:14) |
Questo testo liturgico tenta di prendere le distanze dalla presenza di entità soprannaturali malefiche e allo stesso tempo dimostra familiarità con Lilith. Diversamente dal testo biblico, questo passaggio non ha funzioni socio-politiche in nessun programma. Serve da Esorcismo (4Q560) e Canzone dei Demoni Dispersi (11Q11), a tal punto da essere compresa in alcuni incantesimi. Comparabile al rilievo dell’ Arslan Tash, usato per “aiuto nella protezione dei fedeli contro il potere degli spiriti.” Il testo è così, per una comunità “profondamente coinvolto nel regno della demonologia”, un inno esorcistico.
Un altro testo scoperto a Qumran, di solito associato al Libro dei Proverbi, si appropria del mito di Lilith nella sua descrizione di una donna pericolosa ed attraente- la Seduttrice (4Q184). L’antico poema, risalente al I secolo ma plausibilmente molto più vecchio, descrive una donna infida e avverte continuamente il lettore dei pericoli di un incontro con lei. Di solito la donna descritta nel testo è eguagliata ad una “strana donna” dei Proverbi 2 e 5, e per una buona ragione; il parallelo è immediatamente riconoscibile:
« La sua casa sprofonda nella morte, Ed il seguirla porta alle ombre. E trovare ancora le vie della vita. » |
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(Proverbi 2:18-19)
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« I suoi cancelli sono cancelli di morte e dall’entrata della casa e coloro che la possiedono scenderanno l’Abisso. » |
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(4Q184)
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Tuttavia, ciò che questa associazione non considera sono le ulteriori descrizioni della “Seduttrice” del Qumran che non possono essere associate alla “strana donna” dei Proverbi; ad esempio, le corna e le ali: “una moltitudine di peccati è nelle sua ali”. La donna illustrata nei Proverbi è probabilmente una prostituta, o almeno una sua rappresentazione, ed una di quelle con le quali la comunità del testo aveva familiarità. La “Seduttrice” del testo del Qumran, diversamente, non può aver rappresentato una minaccia sociale esistente date le caratteristiche ascetiche della comunità in questione. Diversamente, il testo del Qumran utilizza l’immagine dei Proverbi per presentare una minaccia più ampia e soprannaturale, la minaccia del demone Lilith.
Una fonte nella storia che descrive Lilith come la prima figura femminile vista da Adamo è L’alfabeto di Ben-Sira, intitolato a Yeshua ben Sira (II secolo a.C.), ma in realtà di autore anonimo, scritto nel X secolo d.C.
Nel libro viene raccontato che Lilith, mentre in un primo momento provocò Adamo, poi fu spiritualmente vinta da quest’ultimo ed abbandonò il Giardino dell’Eden. Come prova della superiorità morale ed etica, spirituale e sapienziale del genere umano sui demoni, che stanno sul mondo dell’impurità conosciuto come l’altro lato, è scritto:
« Ella disse ‘Non starò sotto di te,’ ed egli disse ‘E io non giacerò sotto di te, ma solo sopra. Per te è adatto stare solamente sotto, mentre io sono fatto per stare sopra. » | |
Lilith pronunciò infuriata il nome di Dio, prese il volo ed abbandonò il giardino del Paradiso, rifugiandosi sulle coste del Mar Rosso. Lilith abbandonò il Paradiso di propria iniziativa, prima della caduta dell’uomo e non avendo toccato l’Albero della Conoscenza non fu condannata alla mortalità.
In seguito Lilith si accoppiò con Asmodai e vari demoni che trovò oltre il Mar Rosso, creando una infinita generazione di Jinn. Adamo chiese a Dio di riportare indietro Lilith, cosi tre angeli, chiamati Senoy, Sansenoy e Semangelof, furono mandati per ricercarla. Quando i tre angeli trovarono Lilith e le ingiunsero di tornare minacciandola di morte, lei rispose che non sarebbe potuta tornare da Adamo dopo aver avuto relazioni con i demoni, e che non sarebbe potuta morire in quanto immortale. Ma quando gli angeli minacciarono di uccidere i figli che lei aveva generato con i demoni, lei li supplicò di non farlo, promettendo che non avrebbe toccato i discendenti di Adamo ed Eva, se solo si fossero pronunciati i nomi dei tre angeli.
I precedenti e lo scopo dell’Alfabeto di Ben-Sira non sono chiari. È una raccolta di storie su eroi della Bibbia e del Talmud e potrebbe essere una raccolta di racconti popolari, una confutazione del Giudaismo, della Cristianità, o di altri movimenti separatisti. I suoi contenuti sembrano offensivi riguardo al giudaismo contemporaneo, alcuni ritengono che sia una satira anti-giudaica. Tramandato dai mistici ebrei della Germania medievale. Diventa ampiamente conosciuto con il Lexicon Talmudicum di Johannes Buxtorf del XVII secolo.