Ogni volta che Huw Lloyd passeggia sulle colline che circondano la sua casa colonica situata nel nord del Galles i pensieri lo riconducono inevitabilmente ad una notte di 40 anni fa e ad un mistero sugli “ufo” che ancora non è mai stato spiegato.
Per chiarezza è il caso di specificare, vista l’assonanza tra le due parole, che Roswelsh ( Gran Bretagna ) non c’entra nulla con Roswell ( Stati Uniti ). Due eventi diversi in due luoghi diversi che in comune condividono però un inesplicato mistero sugli ufo.
Dicevamo del ragazzino, a quel tempo lo era, Huw Lloyd.
Huw racconta di come stesse guardando la tv con le sue due sorelle, quella sera di 40 anni fa, quando ad un certo punto la loro attenzione fu inevitabilmente attratta dal rumore di un “violento tonfo” che fece sobbalzare i tre ragazzini sulla poltrona.
Pochi minuti dopo il “tonfo” la polizia già suonava alla porta di casa per chiedere al papà di Huw se magari avrebbe potuto guidarli sul luogo dell'”incidente” vista l’inospitalità di quelle terre poco frequentate anche dai residenti. Gli ufficiali di polizia dissero che, probabilmente, il “tonfo” che avevano sentito era la conseguenza dello schianto di un aereo.
Dal momento in cui il padre di Huw non si trovava in casa in quei minuti, il ragazzino, che per anni aveva guidato la Land Rover per le terre di famiglia, si offrì di accompagnarli lui stesso.
In pochi minuti era al volante della Land Rover di papà con gli ufficiali nel buio della notte.
Dice ancora oggi Huw Lloyd: “Quella notte, diretti sul luogo dell’ “incidente” c’erano il nostro vicino di casa – un ufficiale della RAF in pensione – il sottoscritto e due poliziotti in divisa. Mano a mano che procedevamo tra fitte foreste e paludi gli ufficiali di polizia tenevano costantemente informati i loro colleghi attraverso la radio.
Huw, racconta ancora, cominciava a prepararsi alla triste scena che avrebbe potuto trovarsi davanti agli occhi “Mi aspettavo che avremmo trovato un aereo in fiamme con i cadaveri dei passeggeri dispersi tra i resti dell’ aeroplano e la cosa un po’ mi spaventava“.
Intanto la Land Rover di Huw si stava ormai avvicinando alla vetta più alta della catena montuosa di Berwyn, Cadair Berwyn. Ad un certo punto, racconta l’ex ragazzino Huw Lloyd, “fummo tutti e quattro accecati dalla luce più forte che io abbia mai visto in 51 anni della mia vita. Dev’ essere accaduto circa 30 minuti dopo l’esplosione che avevamo sentito mentre eravamo in casa. Improvvisamente il cielo si era illuminato di una fortissima luce bianca, cosi’ forte questa luce, che a me sembrò essere più chiara anche di quella del sole. Per qualche decina di secondi il cielo fu completamente rischiarato da questa strana luce.“
Huw riestò cosi’ impressionato da questo evento che, malgrado il 4 per 4 del Land Rover, si distrasse e resto’ bloccato nel pantano di una palude.
SERVIZIO DELLA TV INGLESE SUL MISTERO DELLE MONTAGNE BERWYN
Quando i suoi passeggeri riuscirono poi a liberare il mezzo uno dei due ufficiali si avvicino ad Huw e gli sussurro’ a bassa voce:”.. Riportaci giù per la montagna, qui noi abbiamo finito ” L’adolescente, sbalordito ed incredulo, obbedì.
Huw Lloyd, ora sposato con tre figli, vive ancora oggi nella stessa casa colonica e dice che non passa giorno senza che la sua mente ritorni a quella sera del 23 gennaio 1974.
“Guardandomi indietro e ripensando agli eventi che accaddero quella notte l’unica ipotesi che riesco a formulare è che in quel caso venne effettuata una vera e propria azione di “cover up” dalle autorità preposte.”
Diversi ricercatori UFO del Regno Unito sostengono di aver parlato con numerosi testimoni oculari che quella notte si trovavano sulle montagne Berwyn; molti di loro affermano senza dubbio alcuno di aver visto esseri alieni che tentavano di uscire storditi dalla navicella spaziale che si era schiantata.
Lo specialista UFO Russ Kellett, che ha passato gli ultimi 23 anni a studiare incidenti di questo tipo, ritiene di aver scoperto le prove che il Ministero della Difesa quella notte, fosse addirittura alla ricerca di diverse astronavi aliene.
Per la prima volta Russ Kellet condivide oggi, 31 Gennaio 2011, con il “Sun” – quotidiano inglese – un documento della guardia costiera e marittima (MCA), che racconta di una operazione militare – nome in codice Photoflash – effettuata in quei giorni.
Russ dichiara che: “L’operazione Photoflash consisteva, secondo i documenti ufficiali, nella illuminazione del tratto di mare vicino alla costa in modo da poter individuare astronavi UFO sul fondale del mare.”
“Secondo i documenti ufficiali c’erano tre astronavi, quella notte, che si immersero in mare: non solo..l’aviazione inglese fu impegnata in un vero e proprio scontro a fuoco. Ho anche parlato con un pescatore che sostiene di aver chiaramente visto uno degli ufo volare vicino a Puffin Island. “
Russ aggiunge che dalle corrispondenze tenute con alcuni abitanti della zona può affermare che gli stessi testimoni dissero di aver visto gli alieni di uscire dall’astronave tentando di aiutare due dei loro stessi compagni feriti a riemergere dai resti in fiamme. I testimoni oculari dissero altresì che questi “alieni” furno subito caricati su un furgone e portati via.
Un anno fa i files rilasciati dal MoD in Inghilterra confermarono, ufficialmente, la teoria del meteorite.
Ma le conclusioni del Ministero della difesa non convincono affatto coloro i quali furono testimoni diretti ed indiretti dell’ “incidente di Roswelsh”
Dice ancora Huw Lloyd: “Qualcosa è successo, quella notte, e le autorità non hanno mai voluto farcelo sapere.”
La storia che racconta Huw ha un finale intrigante:” Quando i cordoni di polizia che impedivano l’accesso alla zona furono riaperti e quando anche gli “uomini in nero” se ne furono tornati ai loro quotidiani, e piu’ terrestri, affari, una delle mie sorelle trovò un pezzo di roccia sul luogo del probabile impatto.“
“Questo pezzo di roccia aveva le dimensioni di un pugno ma geologicamente non era in linea con le rocce locali. Assumeva colori diversi se lo si guardava da angolazioni diverse e le sue fantasie e colori erano come olio sull’acqua“.
“Portai la roccia a scuola, il giorno dopo, per mostrarla ai miei compagni ed al mio maestro che era un dottore in scienze e sapeva un po ‘di geologia. Egli lo prese in carico e lo spedì ad un suo contatto della Keele University per capirne di più. Il pezzo di roccia ritrovato da mia sorella resto’ in “altre”mani” per circa un anno, poi fu restituito.”
Conclude Huw Lloyd ” Sono certo la roccia che ci fu restituita non era la stessa. Non sembrava affatto come quello che avevamo mandato via“