Una scoperta avvenne in Messico, nel 1952, a Palenque, all’interno di una piramide nota come “Il Tempio delle Iscrizioni”. Una lastra monolitica copriva il sarcofago contenente i resti di un uomo dal volto coperto da una maschera di giada, le cui caratteristiche differivano dalla media e dalle usanze della popolazione, con i suoi 173 centimetri di altezza (20 cm in più della media) e per la forma “normale” del cranio invece di essere “allungato” (vedi foto) come si conveniva ai nobili di quel popolo. Il monarca Pacal, l’uomo sotto la maschera di giada, sembrava essere stato un uomo robusto, tra i 40 e i 50 anni. I suoi denti, sebbene dipinti di rosso, erano normali, e non erano né appuntiti né adornati, cosa inusuale per un maya adulto di alto rango.
Ma la cosa più sorprendente è la scultura in altorilievo che adornava la lastra tombale, oggi conosciuta col nome di “Astronauta di Palenque”. Molto si è scritto sui Maya, ma in massima parte i trattati hanno avuto carattere “tecnico”, cioè rivolto ad altri archeologi o specialisti, o “giornalistico” dove si sacrifica la “verità” per far risaltare gli aspetti convenzionali, suggestivi o mistici, come la prima descrizione della suddetta lastra incontrata dall’Autore nel corso dei suoi studi:
“La figura umana al centro della scultura si trova inserita in una sorta di abitacolo suddiviso in vari compartimenti, con a poppa grossi apparati simili alle parti meccaniche di un motore, in cui si possono identificare numerosi tubi. L’idea della propulsione a getto si suppone dall’immagine della fiammata che fuoriesce dalla parte posteriore del veicolo. L’idea del volo è rafforzata dall’immagine di un pappagallo in volo al di fuori della cabina e dall’immagine del Sole, della Luna, Venere e la stella Polare. Due glifi riportavano la data degli anni 603 e 633 dell’era cristiana. In quanto all’uomo, egli risulterebbe seduto e circondato da una cintura che pare assicurarlo al sedile stesso, ed è intento a manovrare, con entrambe le mani, delle leve o pomelli facenti parte della struttura del veicolo mentre una specie di inalatore gli penetra nelle narici. Anteriormente al veicolo si possono identificare delle prese d’aria, da cui si deduce il volo atmosferico. Infine, la capigliatura dell’enigmatico personaggio protesa verso l’alto fa pensare a qualche misteriosa forma di antigravità, ma ciò non può essere ancora detto in quanto l’uomo del ventesimo secolo non è giunto a questo punto e l’antigravità non può esservi riconosciuta in mezzi volanti atmosferici”.
Video Astroanuta di Palenque