Homo “Cambrianensis”… Vi starete di certo chiedendo cosa possa significare questo termine, la risposta è ovvia: niente! Nello studio delle ere geologiche si definisce “cambriano” lo strato in cui si hanno i primordi della vita terrestre, in effetti, questo “homo cambrianensis” potrebbe essere un’ipotetica specie umana i cui reperti si evidenziano come testimonianza di civiltà in epoche in cui nemmeno i mammiferi, o addirittura i primati, esistevano o si erano anche di poco sviluppati; del resto, se l’epiteto “cambrianensis” di un ipotetico passato nell’era cambriana mi può essere obiettato, facilmente si potrebbero confutare tutti quei nomignoli curiosi come homo di “Neanderthal” o di “Cro magnon” dati a resti improbabili di fossili per giustificare la teoria di Darwin.
Nelle esposizioni che seguono andremo a conoscere alcune incongruenze con le linee di sviluppo classiche dell’evoluzione umana…
Un reperto molto interessante è stato ritrovato al di sopra della zona del circolo artico, precisamente nell’isola di Axel Heiberg nell’artico canadese. Il reperto, scovato fra le vecchie collezioni di fossili dell’isola, sembra essere un dito fossile umano, molto simile ad altre dita fossili del periodo cretaceo in Texas trovate dal Dr. Carl Baugh. La particolarità di questo ritrovamento è che il dito fossile è stato trovato in un era geologica, quella cretacea, in cui i dinosauri stavano da poco scomparendo.
L’età del fossile, che è conosciuto col nome “DM93-083”, ha infatti un’età ci circa 100-110 milioni di anni.
Dopo un’analisi attenta ai raggi-x si è scoperto che il fossile presenta all’interno una zona più scura, che essendo meno densa delle parti esterne tende a far passare i raggi-x e scurendo così l’immagine. Tale parte interna più scura da una conferma all’interpretazione di un osso e midollo fossilizzati e una parte molle più esterna, confermando l’ipotesi si possa trattare di un dito umano.
Un altro dito fossile simile è stato trovato da un proprietario terriero durante dei lavori di costruzione di una strada, precisamente in un filone calcareo della Walnut cretaceus formation del Commanche Peak. Il reperto, anch’esso trovato in uno strato di roccia del cretaceo, risulta essere ben conservato indicando una sepoltura dell’essere a cui apparteneva quasi subitanea dopo la morte.
Una mano fossile umana venne ritrovata in Colombia, precisamente a Bogotà. Il reperto era appartenente alla collezione Gutierrez. Particolarità del reperto è che la roccia che la contiene ha un’età di circa 100-130 milioni di anni, facendola dunque datare, come le dita fossili precedenti, nel periodo del cretaceo.