Fino a pochi anni fa, una videochiamata con una persona che sta dall’altra parte del mondo, oggi alla portata di chiunque abbia un computer e una connessione internet, poteva sembrare fantascienza. Eppure questa modalità d’interazione potrebbe sembrare obsoleta già tra qualche anno, se prenderà piede, com’è prevedibile, una nuova tecnologia tutta italiana: la telepresenza olografica.
Co-finanziata dalla Regione Val d’Aosta e sviluppata dall’Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ino-Cnr) in collaborazione con la società privata Quintetto di Pont Saint Martin (Ao), la nuova tecnologia permette di percepire un’immagine bidimensionale in un ambiente tridimensionale: l’interlocutore è percepito in modo molto realistico, come se fosse effettivamente presente.
“L’obiettivo del progetto è incentivare le tecnologie che riguardano il rapporto uomo-macchina e che possano migliorare la fornitura di migliori servizi alla cittadinanza: la telepresenza olografica ha proprio il fine di agevolare le trattative commerciali o comunque le interazioni tra persone a distanza”, ha spiegato a “Le Scienze” Elisabetta Baldanzi, dell’Ino-Cnr.
Si tratta di una tecnologia di base che è già stata utilizza per esempio in rappresentazioni teatrali. Ma l’adattamento alle precise finalità del progetto ha rappresentato una sfida tecnologica non indifferente.
“Iniziando questo progetto, abbiamo analizzato le metodologie disponibili per ottenere la rappresentazione tridimensionale di un soggetto che avrebbe dovuto trovarsi ‘di fronte’ all’utente, nel modo più realistico possibile”, ha spiegato a “Le Scienze” Luca Mercatelli, tecnologo dell’Ino-CNR che ha partecipato allo studio. “Avevamo sostanzialmente tre possibilità: sfruttare la sensazione di tridimensionalità che si ottiene dando un’informazione diversa ai due occhi – gli stessi utilizzati nel cinema – oppure utilizzare uno schermo volumetrico, proiettando un’immagine su un supporto tridimensionale, per esempio il vapore, o ancora inserire un’immagine bidimensionale in un contesto tridimensionale: alla fine abbiamo scelto quest’ultima opzione”.
Il sistema è pensato sostanzialmente sul modello di un servizio al cittadino o di un rapporto commerciale in cui un utente riceve l’ologramma di un operatore: il dispositivo si basa su uno schermo semitrasparente che prende l’immagine bidimensionale dell’operatore e la “immerge” in un contesto tridimensionale di un ufficio reale, rendendo molto bene la sensazione di tridimensionalità.
“A tutto questo si aggiunge una serie di utility software, sviluppate dalla Quintetto, per lo scambio di documenti o per la condivisione dello schermo di un computer eccetera, che consentono all’operatore di guidare l’utente nella compilazione di un modulo, per esempio”, ha continuato Mercatelli.
Ma di quali sviluppi tecnologici si è occupato nello specifico l’Ino-Cnr? “Abbiamo lavorato molto sugli aspetti illuminotecnici e cromatici per far sì che lo schermo semitrasperente fosse percepito il meno possibile e che l’immagine olografica fosse il più fedele possibile, conferendo al tutto la massima verosimiglianza”, spiega Mercatelli.
Uno degli aspetti più interessanti del progetto è che la telepresenza olografica si basa su dispositivi di costo limitato, e quindi gestibili anche in ambito commerciale, e collegabili alla rete Internet ordinaria.
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