Anche gli asteroidi possono tornare utili. Ne sono convinte due compagnie private: la Deep Space Industries e la Planetary Resources. Entrambe, ognuna per conto proprio, stanno studiando il modo di estrarre minerali, metalli ed altri elementi dai cosidetti NEAR, asteroidi che passano vicino la Terra, raggiungibili quindi in tempi ragionevoli. Ne abbiamo individuati 9.000 e ogni anno ne scopriamo a centinaia.Questi asteroidi contengono diversi metalli che una volta estratti potrebbero essere portati sulla Terra. Va però detto che il costo di andata e ritorno, oltre a quello dello scavo, è ancora troppo alto e rende poco vantaggiosa tutta l’operazione. Dove invece si può puntare già dai prossimi anni è sul ghiaccio d’acqua. E’presente sotto la superficie di molti asteroidi e una volta estratto può essere diviso in ossigeno e idrogeno, due elementi utilizzabili come carburante. Gli asteroidi diverrebbero così piccole stazioni di rifornimento per le sonde e le future astronavi in missione nel sistema Solare.
LA CORONA CHE SCOTTA
15 milioni di gradi nel nucleo, circa 6000 sulla superficie visibile: sono le temperature caratteristiche del Sole e non stupisce che siano così elevate. Ma lo stupore arriva non appena ci si allontana. Andando verso la parte più esterna dell’atmosfera del Sole, nella corona, ci si aspetterebbe una graduale diminuzione della temperatura. Invece no, anzi si registra una vera e propria impennata che raggiunge i 4 milioni di gradi. È una sorta di enigma, un tema caldo in tutti i sensi perché scatena accesi dibattiti fra i ricercatori. Si ritiene che i fenomeni responsabili del riscaldamento possano essere di natura magnetica e in questa direzione portano anche le recenti osservazioni effettuate dal Marshall Space Flight Center della NASA, che ha lanciato un razzo suborbitale per osservare ad alta risoluzione la zona incriminata. Si è visto che anche in regioni molto circoscritte, dell’ordine di poche centinaia di Km, la configurazione del campo magnetico associato è quanto mai ingarbugliata. In questa situazione, il rilascio dell’energia magnetica immagazzinata potrebbe essere tale da giustificare le temperature osservate. Il caso ancora non è chiuso, ma di questo passo la soluzione non è molto lontana.
COMETE IN ARRIVO
Il 2013 è stato definito “l’anno delle comete”. Inizia in sordina, con il passaggio di una cometa piccola e poco luminosa (C/2012 K5), non visibile a occhio nudo, ma riserva due appuntamenti da non perdere. Due comete, Panstarrs (C/2011 L4) a marzo e ISON (C/2012 S1) a novembre, che dovremmo poter ammirare con i nostri occhi, senza l’ausilio di strumenti. La ISON, un po’ precipitosamente, è stata battezzata la cometa del secolo: secondo le previsioni, potrebbe arrivare a brillare addirittura quanto la Luna…sempre che riesca a sopravvivere al suo incontro ravvicinato con il Sole. Sarà vicino al Sole che dovremo cercare di osservarla in cielo, nei momenti che precedono il tramonto, augurandoci che la scia di gas e polveri ci regali un suggestivo scenario serale. Meglio però tenere a mente che le comete sono imprevedibili e che anche in passato, quelle che si credeva avrebbero dato spettacolo, poi hanno deluso le aspettative. Spettacolo o delusione? Non resta che aspettare.