La tomba di Senenmut, vicino al tempio di Hatshepsut, nasconde dei segreti… la storia della costruzione delle piramidi egiziane e le origini della civiltà d’Egitto.
Ma chi era Senenmut?
Senenmut XVIII dinastia, architetto, capo di stato, consigliere della regina Hatshepsut e tutore della sua primogenita Neferura.
Le origini di Senenmut non erano nobili, suo padre Ramose e sua madre Hatnefer (dal simpatico nomignolo di Titutiu) erano originari del Sud, nella zona della prima cataratta, stabilitisi in seguito a Ermonthis. Grazie ai ritrovamenti fatti nella cappella di Senenmut a Qurna siamo venuti a conoscenza dei nomi degli altri componenti della sua famiglia: le sue due sorelle Neferether e Iahotep (l’amatissima sorella) a cui forse Senenmut era maggiormente legato ed i suoi tre fratelli: Minhotep, Amenemhat e Pairi. Il primo era un sacerdote uab, il secondo, invece era sacerdote della barca di Amon, mentre il terzo era semplicemente un guardiano di bestiame. A quanto pare nessuno dei suoi familiari trasse alcun beneficio dalla indiscutibile potenza che Senenmut riuscì a raggiungere grazie alla sua vicinanza con la sovrana.
La carriera di Senenmut fu davvero impressionante, infatti dopo aver partecipato alle prime spedizioni belliche, ricevette il bracciale “menefert” (colui che rende belli) come riconoscimento del valore. Da qui la sua ascesa fu continua, tanto che in breve si stabilì a Tebe. Egli era anche: Responsabile della duplice casa dell’oro, Responsabile del giardino di Amon, Responsabile dei campi di Amon, Sacerdote della barca di Amon (l’Userhat), Intendente di Amon, Intendente della figlia reale Neferura, Responsabile delle greggi di Amon.
Così è scritto su degli ostraka rinvenuti nella sua cappella funeraria scavata sulla falesia rocciosa di Sheikh Abdel Qurna.
“Sono un nobile, amato dal mio Signore e sono entrato nelle grazie del Signore dei due Paesi, egli mi ha fatto diventare grande amministratore della sua casa e giudice del paese tutto intero. Sono stato al di sopra dei più grandi, direttore dei direttori dei lavori. Ho agito, in questo paese, sotto il suo comando, fino al momento in cui la morte non è giunta davanti a lui. Ora io vivo sotto l’autorità della Signora dei due paesi, Hatshepsut Maatkare, che viva eternamente”.
Senenmut tradotto letteralmente significa “fratello della madre”, tale allusione può riferirsi ad Hatshepsut in quanto madre della sua pupilla Neferura di cui, in tal caso, sarebbe stato lo zio ma questa è una congettura da annoverare tra le meno attendibili e totalmente prive di riscontro.
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Sen-en-Mut
Pare che Senenmut avesse conquistato non solo la fiducia di Hatshepsut ma anche della madre, la regina Iahmes dalla quale ricevette in dono una zona della regione di Gebel Silsila, già allora famosa per la ricchezza di cave di arenaria. Qui fece erigere un cenotafio a lui consacrato, dove nelle incisioni si legge “Governatore di tutti gli uffici della dea”. Di lui sono state ritrovate in eccellenti condizioni, numerose statue, (più di venti) alcune ottenute secondo le tecniche della statua cubo.
La più conosciuta è esposta a Berlino all’Aegyptistiches Museum dove egli abbraccia protettivamente la piccola Neferura della quale egli era il tutore. Una piccola statua lo ritrae in piedi mentre cammina con Neferura tra le braccia, sul retro della piccola scultura, una citazione dal Libro dei morti:
“Sono io colui che uscito dai flutti del fiume ebbe in dono l’Api (l’inondazione) per cui anche il Nilo è in mio potere.”
Senenmut, era un uomo di grande intelligenza e di incontestabile sapienza, le sue conoscenze nel campo dell’astronomia, ancora oggi, stupiscono chiunque entri nel suo piccolo sepolcro di Deir el-Bahari, poco distante dal tempio di Hatshepsut. Il soffitto evoca i dodici mesi dell’anno, dodici cerchi suddivisi in tre gruppi (le tre stagioni) ed ogni cerchio composto da ventiquattro spicchi, come quelli di un’arancia tagliata per metà (le 24 ore del giorno e della notte), col primo giorno eponimo quello da cui scaturiva il nome del mese a cui dava inizio. Sembra quasi che egli abbia voluto costruire lì la sua dimora per l’eternità, così da rimanere il perenne guardiano della sua opera maestosa ma, strano a dirsi, egli non vi fu mai sepolto, il perché è ancora un mistero.
La tomba non è aperta al pubblico ed è sotto chiave. Agli studiosi infatti non piace commentare questa tomba, perché sembra contraddire le loro interpretazioni della genesi d’Egitto.
Era circa l’anno 1470 a.C. quando Senenmut iniziò la costruzione del “Djeser Djeseru”, ovvero un magnifico mausoleo il cui nome egizio vuol dire “Sublime Sublimità”, costruito nel complesso di Deir el-Bahari
La prova più sconcertante di una conoscenza astronomica ereditata in qualche modo all’architetto e poi alla regina Hatshepsut, si trova sul soffitto della tomba di Senenmut, situata affianco al mausoleo principale. In questo soffitto è riprodotta una precisa sezione della volta celeste del 10.450 a.C. con al centro la Cintura di Orione. Questo piccolo sistema è stato riprodotto in maniera emozionante. Intorno alla cintura, vi sono tre orbite a forma di goccia. E’ un simbolo non adottato tra i gereoglifici egizi, ed appartiene invece alla cultura mesopotamica, dove ha il significato di “acqua”, o “vita”. Pochi anni fa, degli scienziati avevano constatato che nella parte d’Universo che ci circonda vi sono due grandi concentrazioni di acqua. Uno nel nostro Sistema Solare e, quindi, sulla Terra. L’altro, invece, era proprio nel Sistema di Orione.
Analizziamo meglio il significato sulla volta della tomba dell’architetto. Venne ritrovata sotto uno strato di intonaco – ciò a significare che era una conoscenza da preservare ai posteri, piuttosto che ai contemporanei – e i disegni vennero scolpiti, invece che dipinti – ciò a significare che l’architetto stesso fu l’autore, senza altri ausili, e non badava alla bellezza artistica.
Nella parte inferiore della volta, è rappresentato il calendario egizio (12 mesi di 30 giorni ciascuno), mentre in quella superiore, come abbiamo già detto, è raffigurata una porzione di cielo. Vi sono quattro barche: quelle più piccole, a sinistra, raffigurano i pianeti Giove e Saturno; le più grandi sono la dèa Iside, che astronomicamente simboleggia la stella Sirio, e il dio Osiride, al quale era attribuita l’omonima costellazione, quella che per noi si chiama oggi “costellazione di Orione”. In particolare, l’architetto ha voluto evidenziare un elemento preciso di tale costellazione: la Cintura, appunto.
- Come sapeva Senenmut tali conoscenze?
- E perchè le riteneva così importanti?
In una sua iscrizione si legge: “Avendo percorso tutti gli scritti dei saggi, non ignoro nulla di quel che è successo a partire dal primo giorno”. Difatti, l’architetto Senenmut venne iniziato alla Casa di Vita di Karnak, luogo che nell’Antico Egitto era fondamentale, sede di culture ancestrali e religiose che erano raggiungibili solo a pochi.
Tuttoggi, sappiamo ben poco su ciò che veniva conservato in questo tipo di “biblioteche segrete”, per così dire. Ma Senenmut venne a conoscenza di cose che probabilmente volle svelare alla sua amata. Magari per questo motivo i sacerdoti si aizzarono contro l’architetto di corte e, in seguito, anche contro la regina: solo gli iniziati infatti potevano conoscere i segreti della Storia d’Egitto. Sta di fatto che dopo la morte dei due, il faraone Thutmose III e il Clero Tebano condannarono Hatshepsut e Senenmut alla “damnatio memoriae”, distruggendo ogni effigie che rappresentasse i due nel Mausoleo di Deir el-Bahari. Ciò però non è bastato a cancellare un personaggio così intrigante dalla storia