Machu Picchu fa parte dei Patrimoni dell’umanità stilati dall’UNESCO ed è un sito archeologico incaPerù, nella valle dell’Urubamba, a circa 2.430 m.s.l.m.. Il nome, deriva dai termini quechua, machu (vecchio) e pikchu (cima o montagna). situato in
La particolarità di questo straordinario sito è che è stato costruito su una montagna usando delle tecniche costruttive e ingegneristiche avanzatissime mostrando una conoscenza superiore di fatti, ancora oggi, i nostri ingegneri avrebbero moltissime difficoltà a realizzare un sito simile nonostante l’uso di macchine e mezzi. Inoltre il sito mostra delle tecniche costruttive diverse, essendo stata occupata da popoli diversi nel’arco della storia, indicando delle tecniche costruttive che andavano peggiorando con l’aumentare del tempo, come se tra 100 anni si tornasse a girare col cavallo piuttosto che con mezzi più evoluti di quelli che ci sono ora. Quindi la domanda è chi costruì Machu Picchu e perchè? Come mai alcune costruzioni erano allineate con le stelle?
Cosa si sa oggi di questo luogo?
Si suppone che la città fosse stata costruita dall’imperatore inca Pachacútec intorno all’anno 1440 e sia rimasta abitata fino alla conquista spagnola del 1532. La posizione della città era un segreto militare ben custodito, in quanto i profondi dirupi che la circondano erano la sua migliore difesa naturale. Difatti, una volta abbandonata, la sua ubicazione rimase sconosciuta per ben quattro secoli, entrando nella leggenda. Scoperte archeologiche, uniti a recenti studi su documenti coloniali, mostrano che non si trattava di una normale città, quanto piuttosto di una specie di residenza estiva per l’imperatore e la nobiltà Inca. Si è calcolato che non più di 750 persone alla volta potessero risiedere a Machu Picchu, e probabilmente durante la stagione delle piogge o quando non c’erano nobili, il numero era ancora minore.
La città fu riscoperta il 24 luglio 1911 da Hiram Bingham, uno storico di Yale, che stava esplorando le vecchie strade inca della zona alla ricerca dell’ ultima capitale Inca: Vilcabamba. Bingham compì parecchi altri viaggi ed eseguì scavi fino al 1915 e solo più tardi si rese conto dell’importanza della sua scoperta e si convinse che Machu Picchu era quella che lui chiamava Vilcabamba. Di ritorno dalle sue ricerche, scrisse parecchi articoli e libri su Machu Picchu: il più conosciuto fu; La città perduta degli Inca. Paradossalmente Vilcabamba non era Machu Picchu: l’ultima capitale era a Espiritu Pampa: nascosta nella giungla, a poche centinaia di metri da dove era arrivato lui durante le sue ricerche.
Nel 2008 una serie di documenti scoperti negli archivi americani e peruviani da alcuni studiosi internazionali, tra cui lo storico americano Paolo Greer, rivelano che fu il tedesco Augusto Berns a scoprire invece Machu Picchu nella seconda metà dell’800, il quale costituì una società per sfruttarne le ricchezze. Berns scoprì la località nel 1867, 44 anni prima che l’esploratore americano Hiram Bingham la rivelasse al mondo occidentale. Greer e i suoi colleghi puntano ora a localizzare i tesori perduti, molti dei quali potrebbero essere finiti in collezioni private.
Intihuatana Trattasi di una collina, le cui coste sono state terrazzate , prendendo così la forma di una piccola piramide di base poligonale. Include 2 grandi scalinate di accesso sia dal lato nord che dal lato sud. Quest’ultima è molto interessante essendo stata intagliata, per un lungo tratto,su un’unica pietra. Più in alto,circondata da costruzioni, si incontra la pietra Intihuatana, uno degli oggetto più studiati di Machu Picchu, che è stato messo in relazione con una serie di luoghi considerati sacri, dal quale si stabilirono allineamenti con avvenimenti astronomici e con le montagne circostanti
Rocca posta sotto il Tempio del Sole, ingresso al cosiddetto Mausoleo reale.Alcuni autori lo considerano la “tomba” di Pachacutec.
Vista del Conjunto de los Morteros o Acllahuasi (Grupo 18) come lo si vede dall’intihuatana.
Dal puntoi di vista ingegneristico è una città di pietra costruita in cima ad un “istmo” tra due montagne e tra due faglie è una regione costantemente sottoposta a terremoti ed, in particolare, ad abbondanti piogge durante tutto l’anno. Tutto cò costituisce una sfida per qualsiasi costruttore. Secondo Alfredo Valencia e Keneth Wright il segreto della logevità di Machu Picchu è il suo sistema di drenaggio. In effetti il suolo delle aree non terrazzate è provvisto di un sistema di drenaggio costituito da una copertura di pietre triturte e rocce per evitare il ristagno delle acque della pioggia. 129 canali di drenaggio si estendono per tutta l’area urbana, progettati per evitare frane ed erosioni, e sboccano nel “foso” che separa la parte urbana alla parte agricola della città (che è quindi il principale drenaggio della città). Si calcola che il 60% dello sforzo costruttivo di machu Picchu fu nel gettare le fondamenta delle terrazze riempite con ghiaia per un buon drenaggio delle acque.
Esiste una solida evidenza (secondo gli studi di Dearborn, White, Thomson, Reinhard ed altri) che furono seguiti criteri astronomici e sacri per la costruzione di Machu Picchu. Infatti l’allineamento di alcuni edifici importanti coincide con l’azimuth solare durante i solstizio, in maniera costante e per niente casuale e con i punti di aurora e tramonto del sole in determinati periodi dell’anno con le vette dei monti circostanti.
- Materiali
- Tutte le costruzioni sono di granito, di color biancoazzurro, composto per il 60% di feldspato, per il 30% quarzo e per il 10% di mica.[69]Tutto il materiale deriva da cave situate nei pressi del complesso incaico.
- La pietra possiede una durezza compresa tra il sesto ed il settimo grado della scala di Mohs. Ai tempi degli Inca essa fu lavorata con strumenti in bronzo (nell’antico Perù non si usavano strumenti in ferro)e percosse con pietre più dure. Le pietre furono lisciate per abrasione con sabbia.[70]
- Morfología
- Quasi tutti gli edifici sono di pianta rettangolare. Vi sono uno, due e fino a otto porte, di solito in uno dei lati lunghi del rettangolo. Ci sono pochi edifici di impianto di curva e circolari.
- Sono frequenti le construzioni chiamate huayrana. Esse hanno solo 3 pareti. In questi casi, al posto del muro mancante esiste una colonnata di pietra per sostenere una trave di legno che sopportava un tetto. Inoltre esistono anche huayrana doppie, ovvero due huayrana unite per un muro mediano che si chiama masmas.
- Le costruzioni normalmente seguono lo schema della kanchas, ovvero costruzioni rettangolari disposte attorno ad un patio centrale, uniti attraverso un centro di simmetria trasversale. In questo patio si aprono tutte le porte.
- Muri
La finitura dei muri di pietra è fondamentalmente di due tipi:
- Di pietra regolare combinata con malta di fango e di altre sostanze. Vi è la prova che tali costruzioni sono state ristrutturate con uno strato di argilla e dipinto con colori giallo e rosso anche se la prematura distruzione dei tetti la resero vulnerabile alla pioggia permanente della zona e per ciò, non furono conservati.
- Di pietra finemente lavorata a forma di prisma rettangolari o poligonali. Le loro superfici esterne potrebbero essere lavorate, ovvero con protuberanze, oppure perfettamente lisce. In questi casi l’unione dei blocchi sembra perfetta anche se si è sostenuto che non venne usato alcun tipo di malta. In realtà lo possiede, solo un sottile strato di materiale legante che si trova tra pietra e pietra, ma è invisibile sulla parte esternaIl valore di queste realizzazioni in una società senza ferramenta di ferro è notevole (vivevano all’età del bronzo).
- Coperture
Non si è conservata nessuna copertura originale; c’è però consenso nell’affermare che la maggior parte delle costruzione avevano un tetto composto da due a quattro falde, con incluso un tetto conico sopra un “torrione”, consistente in una cornice di tronchi di ontano (Alnus acuminata) legati e coperti da strati di ichu . La fragilità di questo tipo di copertura e la quantità delle piogge nella regione, resero necessario che queste falde avessero una pendenza fino a 63º.Così l’altezza dei tetti duplicava molte volte l’altezza del resto dell’edificio.
- Facciate, finestre e nicchie
- Come è tipico nella architettura inca, la maggior parte delle facciate, finestre e nicchie (chiamate false finestre, nicchie o dispense), hanno forma trapezoidale, più larga alla base che alla cima.
Gli architravi potevano essere di legno o pietra (spesso di un solo grande blocco). Le facciate dei recinti più importanti erano di doppio stipite, ed in alcuni casi includevano un meccanismo di chiusura interna.
- Le pareti interne di buona parte delle costruzioni hanno nicchie per immagini di forma trapezoidale, vicino alle finestre. Blocchi cilindrici o rettangolari escono spesso dai muri come grandi attaccapanni , disposte in modo simmetrico con le nicchie e le finestre, quando esistono.
Aparejo Fino. Cámara de los Ornamentos, recinto adosado al Templo Principal.
Di seguito il servizio realizzato da Voyager assieme a History Channel
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