Il film ruota intorno al racconto inesauribile delle trovate goliardiche (le zingarate) con le quali 4 amici cinquantenni, nella Firenze a cavallo degli anni ’60 e ’70, cercano di prolungare lo stato felice della propria infanzia, fuggendo le responsabilità ed i tormenti della vita adulta.
Il conte Mascetti (Ugo Tognazzi) è un nobile decaduto che, dopo aver speso due eredità (la sua e quella della moglie), non riesce a far fronte al sostentamento della propria famiglia, ma che coltiva ciononostante il gusto del buon vivere e la passione per le relazioni clandestine, nonché un’inossidabile dignità e senso dell’ospitalità…
La morte del Perozzi che chiudeva il primo episodio viene “risolta” nel secondo film con un abile espediente narrativo, che muove avanti e indietro nel tempo i nostri cinque amici con un dosato ricorso al flashback. Tutti i temi guida del primo atto (la frustrazione erotica del Melandri, la gelosia del Necchi, i problemi familiari del Perozzi, la noia del Sassaroli e la aristocratica decadenza del Conte Mascetti) vengono ripresi e sviluppati nel secondo atto….
Gli amici questa volta sono rimasti in quattro (Il Perozzi non compare nel film) e appaiono decisamente invecchiati ma sempre impegnati nel loro passatempo preferito: le zingarate.
Teatro delle loro imprese diviene una esclusiva casa di riposo per vecchi facoltosi, dove viene ricoverato il Conte Mascetti su iniziativa dei suoi stessi amici…