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[Focus] Di testimonianze di sogni o visioni densi di significato che accompagnano gli ultimi giorni di vita è piena la storia.
Ora uno studio scientifico sul tema sembra suggerire che questi episodi siano un processo strettamente legato al fine vita e che abbiano un valore consolatorio.
La ricerca, è bene precisarlo, è stata compiuta su un campione ridotto di pazienti (66) e da un’università poco conosciuta e che fa riferimento alla Compagnia di Gesù (i Gesuiti in quanto cattolici credono in una vita oltre la morte).
Richiede quindi ulteriori approfondimenti e il necessario distacco, ma rimane pur sempre uno studio interessante perché tratta un tema avvincente e ancora poco approfondito scientificamente.
I dati sono stati raccolti intervistando 66 malati terminali ricoverati presso il Center for Hospice and Palliative Care di Cheektowaga, New York, su frequenza e contenuto di sogni e visioni sperimentati nelle ultime settimane di vita.
Si tratta del primo studio che coinvolge direttamente gli autori dei sogni: prima d’ora, le ricerche del settore avevano raccolto soltanto testimonianze indirette di medici e parenti.
Quelli riguardanti parenti e amici defunti sono stati i più frequenti tra i sogni riportati dai pazienti: gli episodi di questo tipo sono stati definiti “significativamente più confortanti” rispetto agli altri e si sono fatti sempre più frequenti con l’approssimarsi della morte.
L’ipotesi è che questi sogni caratterizzati da realismo e da un intenso significato emotivo abbiano un valore consolatorio per i pazienti, e che vadano trattati di conseguenza.
È importante, conclude lo studio, distinguerli da deliri e allucinazioni, con cui spesso vengono confusi. «Durante lo stato di delirio si perde il contatto con la realtà e la capacità di comunicare razionalmente.
Il delirio è stressante e pericoloso e va trattato dal punto di vista medico. Invece, i sogni che accompagnano il fine vita sono tipicamente confortanti, verosimili e spesso molto significativi» scrivono gli scienziati.