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ROMA - Forse chi va a cavallo l'ha sempre saputo. Ora però c'è anche la conferma scientifica: quando esseri umani ed equini interagiscono i loro cuori si sincronizzano ed è come se battessero all'unisono. Il risultato è stato ottenuto da un gruppo di etologi e ingegneri dell'Università di Pisa e pubblicato sulle riviste internazionali PlosOne, Electronics e Proceedings of Engineering in Medicine and Biology Society.
Ma sarà nel corso di Fieracavalli a Verona, la grande kermesse del mondo equestre giunta alla sua 118esima edizione, che i ricercatori italiani esporrano le loro conclusioni al grande pubblico.
Non è un caso che sia stato scelto il tradizionale appuntamento autunnale nella città scaligera: migliaia di cavalli e di visitatori si incontrano nei padiglioni dedicati alle attività sportive, a quelle ricreative, alla monta western e a quella inglese, all'allevamento delle razze tipiche italiane e alle tecniche di addestramento. Rinnovando così quel legame nato oltre 5000 anni fa in qualche steppa asiatica e resistito fino a oggi, nonostante il motore a scoppio abbia da tempo soppiantato i quadrupedi come alleati dell'uomo, dalla guerra ai trasporti.
Un legame, dicono adesso i ricercatori pisani, è persino misurabile con un elettrocardiogramma. "Abbiamo registrato i parametri fisiologici di esseri umani e cavalli in tre diverse situazioni" spiega a Repubblica Paolo Baragli, ricercatore del dipartimento di Veterinaria dell'Università di Pisa. "Nella prima i soggetti esaminati non avevano alcuni tipo di contatto, nella seconda l'essere umano era seduto e il cavallo era libero di annusarlo, nel terzo la persona si avvicinava all'animale per spazzolarlo".
I risultati? "Abbiamo osservato che soprattutto nella seconda fase, ma anche nella terza, i parametri fiologici della persona e del cavallo finiscono per avere lo stesso andamento" risponde Baragli. "Possiamo davvero dire che è come se i cuori battessero all'unisono".
Veterinari ed etologi hanno però dovuto rivolgersi a un team di bioingegneri: "Sono stati loro che ci hanno aiutati a rilevare i segnali fisiologici umani ed equini e ad analizzare i segnali per poterli poi comparare" continua Baragli. Alla base della tecnica utilizzata ci sono sensori integrati all'interno di tessuti con cui realizare capi fatti poi indossare a cavalli e esseri umani durante la sperimentazione: una fascia toracica per i primi e una maglietta per i secondi.
“Il nostro è uno studio pionieristico" dice Baragli "che apre importanti prospettive per quanto riguarda ad esempio la pet therapy, e più in generale la comprensione dell’interazione emotiva fra cavallo ed essere umano, alla luce delle attuali conoscenze sull’empatia negli animali. Sembra che durante l’interazione accada “qualcosa” nell’organismo del cavallo e dell’essere umano dovuto proprio alla qualità di tale interazione e che questo “qualcosa” sia misurabile”.
Ma lo studio, puntualizzano gli autori, non è che l'inizio. "Vogliamo ampliare il campione, sia umano che equino" conferma Baragli. "Ma soprattutto, fondi per la ricerca permettendo, vogliamo estendere le misure ad altre attività: per esempio misurare cosa accade quando cavallo e cavaliere sono una cosa sola. Abbiamo già realizzato un tessuto da mettere sotto la sella per registrare l'elettrocardiogramma dell'animale quando è montato".
Negli sport equestri lo si definisce binomio, quell'essere quasi mitologico che unisce potenza, coraggio e fiducia reciproca. "Sarebbe bellissimo" concude Baragli "poter studiare gli elettrocardiogrammi di cavalieri e cavalli durante le attività agonistiche. E scoprire, magari, che le prestazioni migliori si hanno quando i due cuori battono davvero all'unisono".